1)
il bidone della spazzatura al posto del cuore
ascolta musica sinfonica tra un provvedimento di Trockij
e un turno rotativo il brivido magnetico umilia i timpani d'Orfeo
l' aura che dagli Inferi dirupa sulla desolazione
un sessantotto di Baczko a tutto volume nella cuffia
il canto di Euridice stana uccelli da volo
alza pollini e cenere la tempesta di angeli e di neve:


2)
un corpo denutrito e un'anima sgomenta
da consacrare alla morte
della morte persuaso il cuore
nella consolazione degli afflitti
nel chiarore che il volto del cielo possiede
per mutare una landa in una Galilea
un tumulo sguarnito in un eliso
in questa nostalgia
di me e dei sogni antichi la mistica indifferenza
delle viole insegue i puri orizzonti il redivivo
figlio di alba ignota alla ragione:


Nota dell'autore:
Concordo con Federico Sanguineti: l'incipit, il bidone della spazzatura e il cuore accostati
hanno un effetto "sconvolgente". Il linguaggio sembrerebbe appartenere più alla sfera
"psichiatrica" che a quella poetica:
il testo rimanda al mito di Orfeo, a "l'ispirazione" e alla "mancanza di ispirazione" poetica:
"cantare" o "possedere" Euridice? Oppure guardare Euridice senza preoccuparsi del "canto"?
Il "momento poetico" diventa un " movimento problematico " da "condannare" come una "follia"
come "espiazione della dismisura", o viceversa.
Il mito greco dice: si può produrre un' opera solo se l'esperienza smisurata della profondità non è
perseguita per se stessa.
Ma il mito dimostra ugualmente che il destino di Orfeo è anche di non sottomettersi a questa legge ultima; e, certamente, volgendosi verso Euridice, Orfeo distrugge l'opera.
Il termine "spirale " ha significato di " contenuto che si avvolge su se stesso".
La seconda composizione è una "spirale trasfigurata": più che spirale trattasi di "cerchi concentrici": argomenti intorno al tema principale: è il "cominciamento" e "ricominciamento": il risveglio dal "coma" (fisico
che allude a quello morale):il ritrovamento della forza all'interno della propria "debolezza