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CARMEN DI GIULIO


           
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2 - A MIO PADRE

Nel cuore mille volte tu rivivi,
padre, perché ti penso e ritrovare
ancora voglio, quando a me venivi,
lo sguardo dolce, le maniere care.

Di te niente rimane, nulla, nulla,
la casa è vuota, muta, desolata,
l’anima vaga come una fanciulla,
che, delusa in amore, abbandonata,

sente ch’ella giammai ritroverà intera
la sua gioia, il suo sorriso;
anche al mio giorno più non ci sarà
un cielo tutto azzurro, perché intriso

di pianto è il cuore. Ovunque le rivedo
quelle tue mani bianche, ben curate,
posarsi lievi, e quasi non ci credo
che, da nero rosario circondate,

ancora là, ferme, stiano a contemplare,
di morte, impenetrabile il mistero;
sapevan esse sempre accarezzare,
porgere aiuto ed indicare il vero.

Oh! Quel sorriso giovane tuo bramo,
che dall’animo il buio dissipava,
ed alla mente ognora lo richiamo,
quello che in due fossette s’annidava.

E’ tanto triste, mentre ,in compagnia,
quell’erta faticosa si saliva,
scoprire che qualcuno è andato via,
per sempre! Un po’ di me teco veniva..

Quante domande ancora vorrei fare
a quell’amico che per me tu eri,
dolce, ancora, sarebbe a te affidare
di mie pene il bagaglio, come ieri.

Mi volgo indietro e più, più non ci sei,
l’orecchio invano tendo alla tua voce,
-dove?-quando?-riddan i pensieri miei
all’ansioso indagar, al dubbio atroce.

Sola, all’affanno, sento che rimango,
ché tutto intorno ride, canta, brilla
come allor, come sempre, intanto io piango,
grande, il conforto della tua pupilla.

Andrò innanzi stringendo la manina
alle mie bimbe che tu amavi tanto,
con passo stanco, con la fronte china,
mentr’esse ignare innalzeranno un canto.

A te, padre, verremo in compagnia,
ma un giorno anch’io ritirerò la mano
e gli altri lascerò soli per via!....
Te, allor, ritroverò che cerco invano.



2 - A MIO PADRE
Carmen conservò per tutta la vita il ricordo caro ed affettuoso del Padre Rocco, fonte di tanta parte della sua ispirazione poetica. Già dai primi versi viene evidenziato il contrasto stridente tra la dimensione intima, amorosa, quasi spirituale della figura paterna, ancora viva e vitale nel suo animo, e la casa, divenuta vuota per quel nulla lasciato dal tragico evento. Carmen si sente abbandonata quasi come una fanciulla delusa in amore, che non potrà mai più ritrovare l’amato bene, a cui ancora tanto avrebbe avuto da chiedere e da dire, e da cui ancora tanto avrebbe voluto ottenere in affetto e tenerezza. Stridente è il contrasto con la vita che, d’intorno, ancora continua. Unica consolazione le sue bimbe, anche dal padre amatissime. Il verso finale riporta quasi la speranza che quella morte crudele, artefice della ingiusta separazione, potrà un giorno essere causa di nuovo incontro. Ciò quasi incurante del dolore che proveranno quanti l’avranno accompagnata nel corso della sua vita.


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