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A proposito di felicità (La casa della felicità)

Spesso mi chiedo se sono felice, se lo sono mai stato e se mai riuscirò a esserlo; il più delle volte mi chiedo cosa sia la felicità e se esista realmente.
Difficile rispondere poiché, ammesso che siamo stati o siamo felici in un momento preciso o per un periodo della nostra vita, è probabile che non riusciamo a esserne consapevoli giacché questa magia è talmente fulminante e intensa che annulla ogni altro pensiero.
Credo, inoltre, che pensare alla felicità, a quella gioia che rende magico un momento o un periodo della vita é un momento di gioia, la felicità o qualcosa che ci rassomiglia molto.
La felicità è tantissime cose e niente.
A volte è restare in silenzio ad ascoltare la quiete, guardarsi intorno e rendersi conto di vivere e di vedere l’intorno, una parete bianca con un quadro attaccato, ascoltare musica, leggere un buon libro o una poesia, tenere la mano della persona amata e chiudere gli occhi, sentire la sua mano che stringe la nostra e non pensare ai guai e alle complicazioni della vita.
Per essere felici, tutto sommato, basta pochissimo o richiede troppo.
Molto spesso l’inquietudine e mille altre vicende rendono la realtà talmente complessa e dolorosa che è difficile dimenticare i guai per assaporare quella serenità necessaria per essere felici.
Per questo e mille altri motivi la felicità è solo un sostantivo che, nella realtà, è un verbo difettivo che possiamo coniugare solo al passato tramite i ricordi (solitamente abbelliti dalla memoria), o al futuro con la speranza (solitamente bonaria) ma che, però, manca completamente del tempo presente.

A scuola studiai costruzioni, bontà dei miei genitori che finanziarono gli studi e di alcuni professori, straordinariamente e professionalmente legati al proprio compito, e per qualche tempo sono stato un libero professionista che ha progettato strutture pubbliche e private ma soltanto oggi, che mi occupo di altro, credo sarei capace di progettare la casa "ideale" per la felicità.
Sarebbe un gran palazzo al centro d’ogni posto dove vivono gli esseri umani d’ogni etnia, religione, colore della pelle e convinzione politica.
La struttura conterrebbe tantissime stanze, tutte piccolissime, con un’immensa e sproporzionata sala d’attesa.


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