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America & americani (ameri cani?)

Dopo l'11 settembre si è molto parlato di America e di terrorismo. Che l'attentato alle torri gemelle sia stato uno tra gli atti più vili e orrendi della storia di questo pianeta è un dato incontestabile e indiscutibile. Nonostante ciò, non giustifico le successive guerre all’Afganistan e all’Iraq sia perché sono state vere e proprie aggressioni che hanno causato altra morte e distruzione e sia perché ero, e rimango, convinto che le guerre, tutte le guerre senza distinzione alcuna, non risolvano il problema terrorismo ma lo alimentano. Le guerre, a mio parere, non sono mai giuste, né indispensabili. Tutte le guerre, tutte, nessuna esclusa. Sono sempre stato e sono, infatti, contro ogni guerra perché, ho notato, che affermare di essere per la pace è diverso. Molto diverso e vi spiego perché.
Spesso, troppo spesso, anche chi è per la pace non è contro la guerra. Alcune guerre, e queste due in particolare, sono state iniziate proprio utilizzando come slogan la pace, la democrazia e la libertà.
Pace, democrazia e libertà, condizioni che io amo al di sopra d’ogni altra, sono spesso usate impropriamente per azioni che di pace, democrazia e di libertà contengono ben poco, anzi quasi niente. Quasi sempre sono scuse, dietro le quali sono celati interessi economici, politici e di supremazia; altro che pace, democrazia e libertà.
Per questo io sono contro ogni guerra, contro tutte le guerre, sempre e comunque, a prescindere.
Anche Triple Bush ha sempre dichiarato d’essere per la pace ma si è dimostrato il più guerrafondaio e pericoloso di tutti quelli che l’avevano preceduto (che pure erano per la pace e, in nome della pace, della democrazia e dei diritti, hanno scatenato tante guerre calpestando le intenzioni e tutto il resto). Chi è per la pace, dunque, non è contro la guerra mentre chi è contro ogni guerra è, senz’altro, anche per la pace. Una pace diversa perché, mi viene da pensare, se chi si dichiara per la pace e poi utilizza la guerra non è per la pace in assoluto, intesa come condizione di amore e non conflittualità tra i popoli di tutto il mondo, ma probabilmente per la pace definitiva (intesa come morte) dei suoi avversari o di un popolo.
Ma ritorniamo a parlare di queste due guerre, quelle dell’Afganistan e dell’Iraq.
Ho usato il termine “aggressione” perché, a mio giudizio, entrambe le guerre sono state combattute da un popolo ricco contro due dei paesi più poveri della terra e sia perché, non hanno prodotto né alla cattura né la morte del presunto colpevole, ma solo quella di moltissimi altre povere e innocenti vite. Tra l’altro non hanno neanche pacificato il mondo ma hanno innescato una spirale di paure e di violenza. Siamo ritornati alle guerre sante? Dobbiamo creare unità speciali di morte e “fare” le crociate?
Mi corre anche l’obbligo di chiarire che sono anche contro la pena di morte e che la morte di Ben Laden non mi avrebbe fatto piacere. Tutt’altro. Nessuno merita di morir, per mano di uomini o di una legge. Non credo che la morte sia, per una società civile, la scelta giusta.
Chiarito questo ritorno alle guerre e all’America.
Non aver condiviso la guerra all'Afganistan e quella in Iraq, tra l’altro, non significa stare dalla parte del terrorismo o giustificarlo, come da una parte è stato affermato, così come condannare e denunciare le barbarie e gli abusi di Sharon non significa essere contro Israele.
Non si tratta di stare con qualcuno contro altri ma di schierarsi semplicemente contro tutte le guerre e tutte le atrocità, i soprusi e le violenze convinti che nessuna guerra e nessuna violenza possano rappresentare la soluzione.
Sostengo solo che il terrorismo non si combatte con la forza e sono convinto che tutte le guerre sono ingiustificabili. Credo, inoltre, che quell’atto mostruoso contro l’America non cancelli e non sminuisca i soprusi e gli orrori commessi in passato proprio da quel popolo, oggi duramente colpito.
A parte questa doverosa precisazione ammetto di non amare troppo l'America, di non condividere le loro idee, la loro organizzazione sociale e politica, la loro cultura e, più d’ogni altra cosa, la loro presunzione d'essere il popolo più evoluto e più libero del mondo.
Non amo l'America per partito preso o perché sono comunista ma perché, da sempre, pretende di decidere le sorti del mondo, perché è figlia della distruzione di popoli e culture antiche come quella indigena e indiana, perché il suo progresso è basato sull'efficientismo esasperato e sul denaro e non sulla solidarietà umana e perché, nonostante le apparenze libertarie che pure contiene, è rimasta una società razzista e sostanzialmente barbara per tutte le espressioni di violenza e di ingiustizia sociale che esprime con la pena di morte, i ghetti razziali e l'inesistenza di garanzie sociali.
Non amo l'America e sono contro tutte le guerre e ogni violenza. Credo nella giustizia e mi sento solidale con ogni sfruttato o maltrattato del mondo e sono convinto che ogni cultura e ogni civiltà abbiano diritto a vivere e a esistere. Non sono convinto che la nostra civiltà e cultura sia superiore a nessun’altra per cui ho rispetto e stima anche di quelle che non capisco. Più di tutto sono convinto che non possiamo fare di tutto il mondo l'America e che dobbiamo sentirci tutti palestinesi o ebrei, neri, omosessuali e donne sino a quando esisterà la prevaricazione, l'ingiustizia, il sopruso e lo sfruttamento.
Per concludere, altrimenti il discorso diventerebbe ancora più lungo di quello che già è stato, confermo che non amo l'America ma, in compenso, non tengo sul cazzo tutti* gli americani.

* amo molti cantautori, poeti, scrittori, atleti, comici, attori, attrici e registi americani. Anche moltissima altra gente comune che ha avuto la fortuna e la sfortuna di nascere e di vivere in America.



Pinioni & Pinzieri in libertà


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