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Guerrieri Gaetano


           
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Genziana azzurra*

Si narra che la genziana azzurra può perdere il suo colore azzurro se è toccata dalla luce colore dello zolfo che annuncia l’approssimarsi della grandine.

E’ nei cuori timidi e riservati che il desiderio è sempre più forte e delicato e, proprio a causa di quest'eccessiva sensibilità, quasi mai realizzato.
E' in questi cuori che l'amore si perde o si consuma in attese e speranze cui l'incertezza non consente opportunità e occasioni per esprimersi e fiorire.
Credo sia un vero peccato che questa tenera incertezza scompaia, o sia notevolmente affievolita, con l'accumularsi degli anni e dell'esperienza e diventi sempre più rara e meno evidente agli occhi superficiali della gente.

Io, nonostante gli anni e l'esperienza maturata, ancora mi vergogno. Oggi ho, per fortuna, smesso d'avere vergogna di vergognarmi e riesco a mascherarla dietro un'educazione esagerata e un fare timido e galante, evitando così di apparire impacciato.

E’ sensato pensare che l’anima delle persone più buone possa mutarsi se, per molto tempo, rimane ingabbiata nella solitudine o sia troppo frequentemente sollecitata dalla cattiveria e dall'insensibilità. Gli affetti e le soddisfazioni che una persona riesce a sentire sono fondamentali per conservarne la bontà originaria giacché le vicende temporali condizionano sensibilmente l’agire.
E' inoltre dimostrato che anche l'ambiente, il posto e il clima in cui l'uomo vive e lavora influiscono sensibilmente sul suo carattere e possono, alla fine, radicalmente mutarlo.
Il carattere d'ogni persona in sostanza non è che il miscuglio dell'esperienza vissuta e di risultati ottenuti cui l'ambiente circostante e la predisposizione naturale temprano e delineano quei segni tangibili che comunemente definiamo affabilità, sensibilità, modo di porsi o, più semplicemente, carattere.

Di solito i temporali estivi sono preceduti da un’aria ferma e stantia. Gli agricoltori e i vecchi riescono ad accorgersi del mutare del tempo anche quando permane la situazione di cielo sereno e niente lascia presupporre l'approssimarsi della pioggia.
Accade che nell'animo umano, senza motivazioni evidenti, a stati di tranquilla vita quotidiana si alternino situazioni diverse, a prima vista difficilmente spiegabili o prevedibili. Sono i momenti veri del vivere. L'amore, l'odio, la rabbia e la dolcezza sono le manifestazioni più evidenti e le sensazioni provate, trasmesse e dimostrate sono il risultato di queste esperienze.

Ringrazio Dio e i miei genitori per i miei occhi colorati di un verde particolare che, con il variare della luce e della temperatura, a volte, cambia in un tenue azzurro e questo è uno dei miei pochi motivi d'orgoglio; il mio segreto piccolo vanto e la mia magra consolazione quando riesco a guardarmi allo specchio la mattina cercando risposte alla mia pronunciata vanità.
Le mancanze affettive e gli scarsi risultati ottenuti trovano così un momentaneo riparo dalla disperazione e nella speranza che il futuro possa riservarmi momenti migliori provo a convincermi che il giorno che devo affrontare possa riservarmi, in qualche maniera, qualche novità per la quale valga la pena di viverlo nonostante l'esperienza e la consapevolezza della pochezza della vita e delle sue cose ne suggeriscano l'inconsistenza.
E' una specie d'autodifesa, la mia voglia a non rassegnarmi e la mia forza per continuare a lottare in ogni caso, il mio sorprendente e tenace attaccamento alla vita.

Di solito mi sveglio col caffé e, il più delle volte, trovo una gran confusione nel mio quotidiano; mi convinco abbastanza in fretta che è tutto normale e prendo coscienza quasi immediatamente della mia vera identità e del mio ruolo: non sono che una minuscola rotella di un ingranaggio in movimento.
Ogni tanto avverto che il meccanismo è logoro e temo possa incepparsi ma resto della convinzione che quest'eventualità non dipenda da me e che a nulla servano gli sforzi e le lotte alle quali partecipo a mio modo durante quest'esistenza consumata tra il lavoro, la noia e la voglia di viverla.

La mattina alle otto, fuori, nella strada di questa piccola città, c'è il solito traffico esasperato della gente che si reca al lavoro o a scuola e io mi domando sempre perché quel giorno, ancora giovane e promettente a quell'ora, non possa avere altro da offrirmi se non quella monotona e sconcertante quotidianità fatta di cose solite e poco interessanti: lavoro, fretta, stress e solitudine in questo mondo di persone che non hanno tempo e forse neanche voglia di mutare.
Durante la giornata di lavoro evito accuratamente ogni rapporto con i colleghi e col mio capo e, quando non posso farne a meno cerco di tacere; la mia lingua solleticata dalla voglia di gridare la mia verità è come in preda a gelide dita che la respingono lontane dai denti, ne fanno una palla e riempiono la bocca così che io riesca a dire solo il necessario e a salvarmi.
Brutto il mio posto di lavoro. Una stretta e lunga stanzetta che, per fortuna, ho la gioia di non condividere con altri; pareti sottili di cartongesso rendono pubblico ogni rumore che in lei prende voce così che sono costretto a parlare a bassa voce o a condividere con i colleghi ai miei lati ogni mia discussione.
Lungo il soffitto tre tubazioni in ghisa la percorrono completamente rendendola simile a uno scantinato e non basta l'ampia finestra, fredda di lamiera verniciata di grigio di solito sporca, sulla parete in fondo, a migliorarmi l'umore poiché dalla stessa non riesco che a vedere il parcheggio aziendale e altri palazzi che m'impediscono d'osservare il paesaggio di natura, d'alberi e di montagne che pure esistono al di là di quella barriera di cemento e di cattivo gusto.
E' in quest'ambiente, poco adatto alla mia sensibilità e alla mia voglia di prateria, che trascorro buona parte della giornata e questo teatro di questa brutta e deludente commedia è maggiormente impoverito dall'ipocrisia, sempre più palese, che si annida nei colleghi che badano solo a recuperare qualche ora di straordinario senza preoccuparsi troppo della dignità e del rispetto verso gli altri e se stessi.
Falsità, qualunquismo e arrivismo dettano legge in questo nuovo mondo fatto di solo egoismo e insicurezza; l'individuo e la coscienza sono diventate entità superate e prive d'ogni significato e solo l'efficienza apparente e la finzione dettano i rapporti tra le persone.
Per fortuna ho la musica che accompagna tutti i miei momenti e ogni cosa che mi riguarda; di solito la mattina preferisco la musica classica, Beethoven o Mozart, il pomeriggio lo passo in compagnia del rock, Guns ‘N Roses o Nirvana e la sera non trovo niente di meglio che ascoltare del Blues o cantautori (De Gregori, De Andrè, Guccini, Bennato o altri tutti rigorosamente italiani) dopo aver bevuto un po’ di vino rosé frizzante, durante la cena, possibilmente spagnolo, tipo Lancers o Matheus.

E’ al tramonto che, di solito, l’orizzonte riesce a disegnare paesaggi sconcertanti e indimenticabili; certe volte il rosso è diluito lungo le creste delle montagne così da mescolarsi con il riflesso del verde sottostante e il bianco delle nubi, intorno, è sfumato in un rosa robusto che lascia segni nel blu del cielo.
Dal mio balcone riesco a vedere la luna quando sono fortunato e, straordinariamente, quando ne ho bisogno, anche il grande e il piccolo carro…
Mi piace fumare una sigaretta mentre li osservo, al buio, disturbato solo dal rumore delle auto e d’estate dalla mia dirimpettaia che m’osserva dietro il vetro della finestra di fronte e si nasconde quando, per caso, la noto e provo a sorriderle.
Per fortuna ho qualche buon amico e, ogni tanto, riesco ancora a innamorarmi e a vivere qualche momento decente che mi ripaga di tutti gli altri noiosi e inutili così che alla fine, quando faccio un bilancio della mia vita, possa tracciare un quadro della situazione nella quale compaia anche una motivazione per non essere tentato a rinunciarci definitivamente.
Qualche volta riesco ad essere anche tanto sereno da pensare che la vita possa trovare una spiegazione in questi momenti fatti di piccole grandi gioie e allora mi riprometto di stare attento per non farmeli sfuggire, quando e se ritorneranno, e sorrido felice.
Prima di prendere sonno di solito leggo qualcosa, un buon libro mi concilia il sonno e mi evita le idiozie della televisione; spesso preferisco storie brevi e rilassanti, meglio ancora se ironiche o divertenti e solo qualche volta riesco a terminare la lettura, di solito m'addormento prima.
E' questa la vita, è questo lento morire, è quest'accontentarsi di quello che riusciamo a prendere nonostante le contrarie e sfavorevoli condizioni del mondo rese ancora più rare dalla cattiveria e dall'insensibilità della gente.
Nonostante tutto ho ancora fiducia, sono certo che il mio momento verrà, sono sicuro, me lo merito, devo solo stare attento a non sprecarlo quando la fortuna passerà ancora vicino; quando tu avrai ancora occhi per vedermi saprò che non ho aspettato invano e non avrò più scuse per provare a essere felice.








* La Gentiana (o Genziana - Gentiniacee), genere di pianta erbacea con circa 400 specie, è una pianta perenne, talvolta annuale, salvo eccezioni hanno tutti fiori imbutiformi.
La Gentiana Acaulis raggruppa numerose specie tra cui la Kontiana, l'Angustifoglia e la Clusii; è molto diffusa in Europa e in Italia ed ha un'altezza di 5-15 cm con un diametro sino a 50 cm; le Genziane di questa specie sono coltivate in terreno acido e formano tappeti di foglie consistenti, lucide, ovate; i fiori sono di un azzurro vivo, lunghi sino a 5-8 cm, sbocciano in maggio-giugno con fioritura irregolare.
La Genziana Aslepiadea, anch’essa diffusa in Europa e in Italia, ha un'altezza di 40 50 cm ed un diametro di 30-50 cm.; si caratterizza dal suo fusto sottile, arcuato e foglie opposte, lanceolate a base arrotondata, i suoi fiori, sempre di colore azzurro vivo lunghi 2,5-4 cm. sbocciano da luglio a settembre all'ascella delle foglie.
La Genziana Ciliata, sempre diffusa in Europa e in Italia ha un'altezza di 10-30 cm. ed un diametro di 15-20 cm. ha un aspetto retto nel fusto, angoloso e foglie ovate lanceolate o lineari lanceolate, acuminate all'apice; I fiori, azzurri con corolla a quattro lobi allungati, frangiati ai margini, compaiono da giugno sino all'autunno.
Esistono anche Genziane d’altri colori come la Genziana Farreri, diffusa in Cina nord occidentale, nel Tibet, di colore verde chiaro, la Genziana Gracilipes, sempre diffusa in Cina con fiori imbutiformi di colore porpora con macchie verdi all'esterno e altre specie, per lo più, ibride.


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