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Guerrieri Gaetano


     
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A me (mi) piace il calcio (ma non troppo)

Mi piace il calcio. Tengo per il Napoli ma non sono un tifoso accanito, un ultrà, uno di quegli scalmanati che la domenica sfasciano tutto e mettono a repentaglio la vita per una punizione o un rigore non dato. Mi limito a seguirlo per radio e Tv, scartando accuratamente quei programmi, lunghi e noiosi, di polemica e rissa, tipo Goleada, Controcampo e, sopra tutto, Il processo di Aldo Biscardi (l’unico capace di commettere errori d'ortografia anche quando pensa!).
Qualche volta, vado allo stadio, ma solo quando il Napoli gioca in casa; mi limito a guardare la partita e mi tengo lontano dalle risse e dalle discussioni. Una partita di calcio non merita di più e trovo veramente avvilente, e stupido, tutto il resto come l'esorbitante cifra di denaro che, col calcio, viene sprecata. Per questo, e altri, motivi tengo sulle palle i grandi club quali Juve, Inter, Roma, Lazio e, soprattutto, il Milan.
Da qualche anno avverto una forte simpatia per il Chievo Verona e spero, anche se so che è molto improbabile, che possa vincere lo scudetto. Sarebbe veramente una sonora lezione per quelle squadre che hanno speso migliaia di miliardi e una speranza per tutti noi che vorremmo un calcio meno ricco.
Ho sulle scatole le squadre più blasonate, sia perché sono arroganti e più ricch,e e sia perché sono abituate a vincere e a infierire sulle piccole. Inoltre rappresentano uno dei tanti esempi del potere e dell'arroganza dei soldi.
La più antipatica è il Milan e, subito dopo, la Juventus perché, la prima, è di proprietà la prima del "cavaliere" e, l'altra, perché vince sempre. Entrambe sono l'espressione di un tifo esasperato e ricco.
In tutta Italia ci sono club milanisti e Juventini mentre è improbabile che a Milano, o a Torino, vi siano dei club del Napoli o del Lecce.
Purtroppo ho diversi amici milanisti, tra cui anche quello che frequento con maggiore assiduità e che amo molto sfottere solo per il gusto di farlo in conseguenza della sua estrema suscettibilità e irritabilità.
Quando il Milan assunse Terim, come allenatore mi divertii molto a farlo incazzare sostenendo che, Terim, prima di diventare allenatore del Milan, aveva sei teorie su come allenare una squadra di calcio e, dopo, si è ritrovato con 35 brocchi e nessuna teoria. Poi, da quando lo hanno licenziato per assumere Ancellotti, mi diverto affermando che adesso il Milan può finalmente vantarsi di avere i 35 brocchi di sempre, più un somaro parlante.
Non lo faccio solo per sfottere ma i milanisti sono veramente stupidi, più che stupidi fanatici. Alcuni di loro votano Berlusconi e, quando la squadra perde o gioca male, tornano a casa e picchiano moglie e figli.
Tra l'altro Berlusconi è amico di Bossi e quest'ultimo è l'ideologo della Lega Lombarda, il partito politico che ha come obiettivo finale la "liberazione della Padania" e la divisione dell'Italia in due. Onestamente io non è che ci tenga molto a restare con Bossi, tutt'altro; l'unica cosa che mi dispiace è che se vincono quelli della Lega Nord Napoli - Milan si potrà vedere solo in Coppa Uefa!

Ps: prima di fucilarmi per le scempiaggini che ho deliberatamente scritto assicuratevi di aver scaricato il fucile o di averlo caricato a salve. Grazie.
(Il testo fu scritto qualche anno fa e, oggi, dopo le note vicende andrebbe riscritto completamente ma, trattandosi di un testo misero e senza alcun valore, ve lo propino nella sua versione originale tanto, anche se sono cambiati gli allenatori e alcuni giocatori, il calcio in linea di massima, è rimasto sempre uguale. E, se è cambiato, come per tutto il resto, lo ha fatto peggiorando. Di molto).


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