Bella e pungente sei
come l’alba
d’una giovane primavera
ancor troppo vicina
al gelido inverno

In te perdura la foschia
che ogni sereno cielo cancella
e che anche l’estremo
lembo di fiducia
spegne

Ombre cupe ergi intorno
come scure nuvole
Una muraglia astiosa e impenetrabile
di cui ti circondi per difenderti
ed attaccare

Parole urlate all’oscurità della notte
nelle lunghe veglie del sonno
quando la vita sembra scappare
e le pareti accostarsi
per schiacciarti

Pungente e frizzante
ogni parola e ogni sguardo
come il gelo di prima mattina
Un segnale in cui irretire
il pietoso tuo esistere