Artisti in Lucania

Potenza

 

Home - Guerrieri%20Gaetano


Guerrieri Gaetano


           
Visita guidata

 

ZONE EROGENE - La vulva non è la parte femminile della Volvo né una parente della valva

La vulva, nome scientifico poco noto negli ambienti meno abbienti dove è conosciuta come fica (da non confondere con il frutto del fico che nasce sull’albero del fico e al plurale si scrive fichi come quelli che hanno un bell’aspetto e/o un bel fisico, e/o d’india se hanno le spine o fanno ridere) è la parte più interna dell’apparato genitale e sessuale femminile.
Quest’importante organo femminile, che talune proprietarie utilizzano non solo per fare figli e, altre, solo per fare la “pipì” (poverine) ha l’aspetto di una specie di buco concavo umido (a volte bagnato) e sufficientemente caldo (a volte bollente) nel quale è possibile inserire, a scelta, e/o a piacere, il pene, la lingua, uno o più dita, il naso e/o qualsiasi altra cosa a vostro e/o suo gusto e/o piacere.
Infatti, una categoria di uomini e donne molto particolari, etichettata come depravata e/o pervertita, amano talvolta inserirvi anche materiali di vario genere tra cui frutti, verdura e oggetti di varia forma, natura e grandezza.
Si tratta, però, in genere di persone che soffrono di disturbi sessuali definite fobie o di gente che, stanca e disinteressata ai rapporti normali, utilizza la fantasia per aumentare la libido.
La fica, detta anche "puscio" e “pusciocco” in alcune regioni molto meridionali d’Italia, è insieme alle zinne e alla mancanza di peli, il segno più caratteristico e sicuro per distinguere un animale femmina da uno maschio.
La vulva o fica, chiamata figa in alcune regioni settentrionali d’Italia, è la zona erogena più conosciuta e la parte più interessante della donna.
La vulva, da non confondere assolutamente con la Volvo, famosa auto svedese, o con la valva e la valvola è situata, grosso modo, sotto il seno a sud dell’ombellico a due palmi di distanza dal primo e a uno dal secondo.
Descritta anche semplicemente come una specie di spacco di dimensione, elasticità e profondità variabile, è situata tra la gamba destra e la sinistra del corpo femminile.
Disegnata nei cessi delle stazioni e sui muri delle scuole a forma d’occhio con grandi sopra ciglia è stata, per moltissimo tempo, patrimonio esclusivo del mondo femminile.
Ultimamente lo è anche diventata di un mondo intermedio tra quello femminile e quello maschile, chiamato trans, che è stato inventato da un’operazione chirurgica durante la quale all’ex uomo è affettato l’uccello e sostituito con un piccolo cono di plastica.
Conosciuta sin dai tempi degli egizi e dei babilonesi, e anche nei tempi precedenti, è stata, è ancora oggi e sarà per sempre, credo, una delle attrazioni e dei divertimenti più ambiti della stragrande maggioranza degli uomini anche se, ultimamente, è un poco passata di moda, ma solo tra i giovanissimi, con l’avvento dei più nuovi intrattenimenti virtuali tecnologici del computer e dei video games.
Come per il pene maschile, l’uso fisiologico è quello di fare la pipì ma quello che produce maggiori soddisfazioni e, qualche volta, anche qualche piacere, è, certamente, quello sessuale.
Il sistema più praticato per fare sesso è quello classico. Solitamente s’inserisce il corpo A (generalmente il pene) nel corpo B (generalmente la vagina) e ci si muove in sincronia e in maniera sempre più frenetica sino a raggiungere un punto C (chiamato orgasmo).
Il movimento tra la fase B e la fase C, per lo più sussultorio e ondulatorio, può essere compiuto utilizzando alcune varianti riguardo ai gusti, al sistema adottato e, soprattutto, al tempo a disposizione e di esposizione.
Molto spesso i soggetti che praticano questa salutare e piacevole attività fisica e psicomotoria si lasciano andare a una sorta di salamelecchi fatti di successive carezze, bacetti, gemiti e, qualche volta, brutte parole (ma soltanto nei già citati casi di depravazione).
Quando quest’elaborata operazione è effettuata con sufficiente accortezza, adeguato interesse, e, cosa fondamentale, indispensabile trasporto consente ai praticanti di percepire straordinarie sensazioni fisiche e mentali.
In sostanza la regola fondamentale e l’obiettivo principale è quello far raggiungere entrambi i partner il fatidico punto C, normalmente definito come punto di venuta. Difatti, dopo l’esercizio è normale che i due tizi si chiedano, vicendevolmente, se sono “venuti”.
Operazione tutt’altro che facile e scontata.
Solitamente i due percorrono strade diverse e, qualche volta parallele. In linea di massima l’uomo è, di solito, più veloce della donna perché, in genere, conosce scorciatoie e ha bisogno di fare meno chilometri.
Per tale motivo il tizio, se è scaltro ed esperto, dovrà adottare degli stratagemmi o degli espedienti per ritardare i suoi stimoli e accelerare quelli della compagna.
Tecniche che l’uomo impara col tempo e con tanta, tantissima pratica e che, in farmacia, vengono vendute in formato profilattico: ritardante per lui, stimolante per lei però bisogna porre molta attenzione a quando lo si infila ché se lo si mette al contrario è la fine.
In generale, e comunque vadano le cose, durante ogni rapporto, solitamente lui suda come uno scaricatore di porto emanando rantoli che, a prima vista, possono sembrare di dolore ma sono, in sostanza, di piacere mentre lei, quando le va bene, ulula alla luna come un lupo mannaro nelle notti di luna piena.
Spesso lei però finge. Qualche volta finge anche lui ma non bisogna mai dirlo perché entrambi i coniugi pensano che sia l’altro a volerlo fare e si sacrificano per salvare il rapporto affossandolo ulteriormente.
Dopo il rapporto, vero o finto, segue un ossequioso silenzio fatto di sguardi persi nel vuoto durante il quale i due corpi sono preda di sensazioni molto particolari e differenti. Quella più frequente è la sensazione di uno spasmo generale a cui segue il rilassamento del corpo e della mente durante il quale il soggetto e la soggetta avvertono, se tutto va bene, un senso di soddisfazione e di gioia paragonabile a quello che, di solito, si prova dopo essere riusciti ad andare di corpo dopo una settimana di stipsi.
Durante tutta l’operazione, inoltre, il maschio di solito avverte uno spropositato innalzamento della temperatura sino a raggiungere quella record di trecento gradi centigradi e, in quest’ipotesi, tutto il corpo è immediatamente coperto da minuscole e appiccicaticce goccioline di sudore che trasformano il cristiano in una copia molto riuscita di entrambi i fratelli Abbagnale dopo una gara molto combattuta di canottaggio.
Tutte le fasi sono svolte in tempi ragionevoli per lui e relativi per lei. Per i maschi si va da un minimo di tre secondi netti ad un massimo di quarantacinque minuti compresi tutti i preliminari e i tempi supplementari mentre per le donne tutto dipende dal fattore coinvolgimento emotivo e da un altro fattore che è chiamato amore.
La donna, difatti, a seconda se è innamorata e coinvolta (o no) può avvertire (o no) sensazioni e/o stati d’animo in grado di accelerarla (o no) sino a farla venire in tre secondi netti oppure tenerla in riscaldamento per tutta l’operazione. Nei casi peggiori può impedirle proprio di partire e, di conseguenza, arrivare. In quest’ultimo caso questa situazione è chiamata frigidità.
Nei casi simili, vissuti dall’uomo, è detta impotenza.
Nel primo trattasi di un fenomeno mentale che impedisce quello fisico, nel secondo lo stimolo c’è ma difetta l’attrezzo e, dunque si tratta di una vera e propria carenza di leve. Per la donna manca lo stimolo mentale mentre nell’uomo lo stimolo c’è ma l’attrezzo non funziona lo stesso. Se per la donna può bastare cambiare partner per l’uomo la situazione è più complicata e bisogna ricorrere alla medicina. Oggigiorno si può ricorrere a pillole verdi in commercio con il nome di Via-gra per farlo funzionare, e non solo. Dicono che anche i risultati siano sorprendenti e inaspettati. Ma si tratta, naturalmente, di congetture e di problemi inerenti la psiche. Molto spesso cambiare donna funziona benissimo.
La vulva, detta anche fragolina o farfallina o in mille altri nomi, in sostanza sconfessa la convinzione copernicana secondo la quale tutto l’universo gira intorno al sole. Molti sono quelli che sono convinti che il mondo giri sostanzialmente intorno a lei giacché la vulva, o figa o come volete chiamarla divide tutto l’universo maschile in due grossi tronconi: prima e dopo la pubertà. Infatti se prima della pubertà un pallone è più importante di quel triangolino di pelle e peli, dopo la pubertà è giusto il contrario poiché, molto spesso, quel triangolino è barattato con una pelliccia più grande a forma di cappotto, qualche gioiello anche di notevoli dimensioni e, a volte, grosso quanto un pallone.
In casi più disgraziati e, ahimè, più frequenti, anche con una palla enormemente più grande e pesantissima che si chiama matrimonio.
La vulva, chiamata anche passera, passerina o pisellina (ma soltanto in senso affettuoso e mai offensivo) è sovrastata dal monte di venere (una specie di promontorio di solito coperto da vegetazione).
A meno che non sia stato oggetto di disboscamento (operazione che è possibile fare in proprio senza chiedere il preventivo parere alla forestale, a differenza dei boschi cedui e di alto fusto) il monte di venere si presenta come un triangolo coperto da peli di colore e di quantità variabile ciò in conseguenza dell’uso o, più propriamente, dallo sfregamento che nel corso degli anni ha subito con altri corpi. La località più caratteristica della vulva è il clitoride che, nonostante il nome, non deve destare nessuna preoccupazione a meno che la sua lunghezza non superi i dieci centimetri nel qual caso è bene preoccuparsi e riflettere sulle conseguenze pratiche di un utilizzo improprio.
Sotto il monte di venere, tra le citate gambe si trova l’ingresso della pipilla (ma il suo nome scientifico è vagina). In caso questa si trovi molto più in alto è chiamata vagina pectoris ma non è la stessa cosa di quella per la quale stiamo qui a scrivere.
Ma ritornando alla vagina, detta anche fragolina o trottolina amorosa bububu, questa è una specie di cunicolo umido e bagnato, che è poi la parte più interessante, attraverso la quale si giunge all’Utero (così chiamato dal nome del suo inventore, Martin L’Utero, che lo scoprì navigando nel 1500 A.C. circa, dopo aver doppiato, per ben tre volte senza vederli, gli stretti di Messina e di Gibilterra.
L’utero è la parte meno piacevole dell’apparato vulva, detta anche pistolina o pagnottina.
È stato progettato, credo, con l’intento di far arrabbiare la proprietaria e i suoi visitatori.
L’Utero é molto pericoloso e può avere conseguenze dolorose se l’uso della vagina non é corretto e sufficientemente protetto. Durante la pratica sessuale, difatti, se non sono adottate tutte le precauzioni necessarie, gli animaletti (chiamati spermatozoi) espulsi dal glande maschile, simili a girini stranamente testardi, si mettono a fare un sacco di strada inspiegabilmente attratti dalle sorprese contenute nell’utero.
Ora se uno di questi "girini" lo raggiunge e, contemporaneamente, l’utero ha prodotto l’ovulo (che non è un piccolo uovo di bell’aspetto ma una sorpresa quasi sempre sgradita come quelle delle uova di pasqua) si può affermare che la frittata è fatta. Le conseguenze di questo stupido incontro, nella migliore delle ipotesi, sono disastrose. La donna resta incinta, si gonfiano la pancia e gli viene la nausea. Lui scopre di aver creato insormontabili problemi, specie se è sposato con un’altra.
In ogni caso, sono cazzi amari.
A meno che i due deficienti non siano felicemente sposati e abbiano scelto consapevolmente questa sciagura.
Anche in quest’ultimo caso le conseguenze sono terribili e catastrofiche solo che i risultati saranno visibili dopo qualche anno. In genere dopo dodici-diciotto anni.
L’Utero è dunque qualcosa che provoca danni e fastidi. Non a caso quando una donna è scostante si afferma che ha un carattere uterino.
D’altra parte, questo inutile e dannoso organo, è situato proprio a fianco delle trombe di Falloppio ed è comprensibile come questo continuo trombare possa risultare fastidioso e innervosire tutti quelli che sono costretti ad ascoltarlo a lungo.
Qualche tempo fa, all’epoca della contestazione e della rivoluzione culturale, le donne tutte protese in una sorta di rivendicazione sociale, tra l’altro giustificata da troppi anni di strapotere maschile, inventarono lo slogan "l’utero è mio e lo gestisco io" e da allora si è assistiti impotenti e, qualche volta, divertiti e compiaciuti ad una sorta di cambiamento radicale dei rapporti con l’uomo.
Non essendo praticabile l’idea di affidare la gestione dello stesso ad un’agenzia immobiliare con l’indubbio risultato di liberarsi da fastidiose e tediose trattative la donna ha dovuto sobbarcarsi anche l’onere della gestione "in economia" che non sempre ha dato i risultati sperati. Purtroppo con l’applicazione dell’equo canone si è dovuti assistere a casi nei quali l’inquilino non ha lasciato libero l’utero dopo i primi sette anni perché non riusciva a trovare un altro allo stesso prezzo o con il canone bloccato, ragione per la quale le donne hanno iniziato a pensare che fosse consigliabile stipulare dei contratti ad uso foresteria o ad uso ufficio.
Le proprietarie di uteri che vivevano in città sedi di università, diventate esageratamente avide ed esose, hanno iniziato ad affittare posti utero singoli ospitando nello stesso periodo anche più elementi sino ad arrivare ai nostri giorni con i contratti a termine, i cosiddetti uteri in prestito, molto vantaggiosi sia per la proprietaria sia per l’inquilino perché a scadenza, senza alcuna controindicazione (se non quelle già ampiamente descritte) e, soprattutto, senza nessun coinvolgimento sentimentale che, alla fine, era ed è la conseguenza più catastrofica e castrante per tutti i contraenti.
Per concludere non resta che augurarvi di essere tanto bravi e fortunati da riuscire a trovare e ad utilizzare saggiamente tante vulve quanti sono i fabbisogni che condizionano le vostre scelte. Se ciò non fosse possibile o realizzabile durante tutto l’arco della vostra vita è bene sapere che oggigiorno, se uno si accontenta, ne esistono anche di plastica che anche se non assicurano il godimento e la soddisfazione dell’originale possono consolarvi poiché meno costose e, soprattutto, trasportabili.






Zone erogene


<< Indietro

INDICE

Avanti >>


 

.



 

 

 



[ Home ]

[ Scrivimi ]