A pugni per
L’ultimo congresso del Partito Democratico, come qualche anno fa a quello di Forza Italia, sembra abbia avuto talmente successo che, la gente, ha fatto a pugni. Prima per entrare e, poi, per uscire.
Proprio uguale a quello che è successo per la composizione del listino nelle ultime elezioni regionali, specie del centro sinistra.
Il listino, si, quella mostruosità dove uno diventa consigliere e poi, magari, anche assessore, senza neanche partecipare alla competizione elettorale. Anche peggio di chi è stato eletto con 1300 voti scarsi e ha fatto anche l’assessore. Questione di culo? No, neanche e, comunque, non solo. Anche di fegato, sfacciataggine e faccia da culo.
Per l’assegnazione dei posti nel listino del centro sinistra, comunque, sembra che i candidati siano stati assistiti da due allenatori e che, la discussione, si sia svolga su dieci round.
Pare ce l’abbia spuntata il solito tizio, coadiuvato e sostenuto dalla solita radice: interessi comuni, altro che valori. Interessi per i soliti valori di tutti i componenti dell’Italia: poltrone, potere e, il resto, ditelo voi.
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