È dimostrato che noi meridionali, specie se napoletani, viviamo troppo a lungo; praticamente se non ci sparano non moriamo mai.
Non esiste, infatti, un solo meridionale, specie se napoletano, che è morto per altre ragioni ma ciò non significa che noi meridionali, specie se napoletani, non ci bruciamo, non ci ammaliamo, non facciamo incidenti.
Noi meridionali, specie se napoletani, ci facciamo male, cadiamo, ci bruciamo e ci ammaliamo come tutti gli altri italiani ma, a differenza di tutti gli altri per morire, dobbiamo essere sparati.
Magari prima prendiamo una malattia e poi veniamo sparati, prima ci bruciamo e poi, comunque, veniamo sparati, facciamo un incidente e poi veniamo sparati perché noi meridionali, specie se napoletani, moriamo sempre e solo perché siamo stati sparati.
Meno male che a Napoli c’è la camorra, se non ci fosse bisognerebbe inventarla, altrimenti saremmo ancora più numerosi di quanto già lo siamo.
E poi, quando noi napoletani ci facciamo male, ci ammaliamo, ci bruciamo e poi, comunque, veniamo sparati, l’autoambulanza arriva a soccorrerci solo se, per caso si trovava a passare di là e, il più delle volte, non soccorre il ferito, l’ammalato, il bruciato (che poi è stato comunque sparato) che l’aveva chiamata e per il quale si era spostata.
Naturalmente dopo che l’autista, il medico e l’infermiere addetti hanno finito di prendere il caffè, ballato la tarantella e fatto tutte le commissioni per le quali erano stati costretti ad andare a lavorare.
Altrimenti se ne stavano comodamente ammalati a casa loro a dormire o a cantare “O sole mio”.
Caro il mio ministro Prugnetta, altro che sfaticati.

I leghisti non sono razzisti. Siamo noi che siamo napoletani.



Napoletani