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Michele Ascoli


           

 

Lettera Aperta

LETTERA APERTA

Indirizzata al Sig. Segretario Regionale del Partito Democratico
Sig. Roberto Speranza
– Potenza –



Egregio Sig. Segretario,
Come certamente è a Sua conoscenza, in occasione delle consultazioni “primarie”, l’On Walter Veltroni nell’illustrare il vasto programma del nascente partito democratico non esitò a sottolineare molti punti particolarmente salienti e colmi di contenuti morali di cui, per brevità, mi pregio rammentargliene solo due:

A) Affidamento incarichi politici a nuovi elementi principalmente giovani;

B) Riconoscimento, specialmente in periferia, della meritocrazia a danno dell’imperante clientelismo di parte.

Sacrosante parole – anzi sacre parole che per l’occasione oso definire impropriamente: “Salmi”.
Sig. Segretario, io non ebbi dubbi sulla validità e credibilità delle asserzioni dell’On. Veltroni e non a caso mi adoperai per offrirgli il mio meditato e convinto suffragio.
Non passò molto tempo però e il Walter nazionale raggiunse la sua Caprera.
L’On. Franceschini si fece Caronte sino a pochi mesi or sono, e noi esimio Segretario Speranza ci recammo nuovamente alle urne anche per ben sperare… nel futuro del nostro partito.
In tale circostanza mi ricordai della “profezia” veltroniana di cui al “Salmo/A” e pur non conoscendo Lei “de visu” ma solo televisivamente, non esitai ad offrirLe il mio sostegno, nella convinzione che il delicato incarico affidato nelle sue mani di giovane esponente politico avrebbe garantito, alla nostra “comunità” anche il rispetto del principio sancito nel citato “Salmo/B”.
Sano principio? certamente ma… regolarmente calpestato da quella perdita di reputazione che affligge il nostro partito, il quale meglio, e forse più a suo agio, dimora nella più squallida decadenza morale.
Non so se Ella condivide questa mia affermazione che civilmente e responsabilmente considero opinabile, ma se malauguratamente, Ella dovesse del tutto respingerla, il Suo rifiuto costituirebbe un tacito ed inequivocabile segno di non oculata visione dell’ambiente in cui Ella opera.

Non sono forse sotto gli occhi di tutti:
• Le facili assunzioni senza concorsi;
• I conferimenti d’incarichi ben remunerati affidati a coloro che, con ogni probabilità, firmano col segno di croce!
• Le nomine dirigenziali assegnate a coloro che dirigono solo se stessi quando e se occupano il posto di lavoro!
• L’uso privato delle “auto blu”;
• I concorsi “banditi” e mai espletati per favorire il tale o la Tale, certamente amici di veri “banditi”.

La prego Sig. Segretario non consideri il mio pensiero, testè espresso, come disapprovazione al suo operato, peraltro troppo breve per essere giudicato, il mio vuol essere solo un tacito suggerimento ed un sincero augurio per Sue migliori e più lusinghiere affermazioni.
Ovviamente per raggiungere tali risultati è necessario che Ella si guardi bene le spalle, non dagli avversari politici, i quali in ogni occasione mostrano sempre il proprio volto, ma dai suoi stessi “iscritti”, da coloro cioè che di volti ne hanno due e che, nelle assemblee cittadine, nelle riunioni di partito, e negli squallidi corridoi delle sedi di potere, Ella se li trova al suo fianco.
Sono quelli che, confondendo il significato di comando con quello di licenziosità, finiscono col concedere benefici ai propri “raccomandati” i quali con tempestività barattano i favori ricevuti con i voti promessi.
Ella mi dirà: "Ma sono voti che vanno al nostro partito!"
Si! al nostro partito ma sono voti finti – vacui - effimeri, assimilabili più a bolle di sapone che ad espressioni di volontà partorite dalla propria coscienza e perciò, destinati a vanificarsi tempestivamente, proprio perché espressi da coloro che essendo dei “raccomandati” sono “per forza di cose” dei “mediocri” e come tali prima o poi finiscono col credere che veramente valgono “qualcosa” e quindi… voltano le spalle proprio a coloro che li hanno costruiti spudoratamente e a danno dei meritevoli.
Tutto ciò, però non costituisce problema perché tutti sappiamo che la riconoscenza è un sentimento umano che appartiene solo agli uomini nobili e intelligenti.
I raccomandati, solitamente, non sono né nobili né intelligenti ma certamente abili cultori di spregiudicati espedienti gestiti da periferica gentaglia.
Allora come attivarsi per emarginare o liberarsi del tutto dalla subdola e oltraggiosa spudoratezza che serpeggia nel nostro partito?
Beh! questo proprio non so dirglielo, chi Le scrive, infatti, non conosce neanche minimamente i segreti nascosti nei meandri dell’attività alla quale Lei è preposto, in quanto da oltre settant’anni fa un solo mestiere e ben diverso dal Suo. Mestiere più umile, il mio, più modesto, più semplice e persino più raro: l’uomo!
Le posso dire però cosa farei se, per una sorta di fatalità, il destino mi affidasse, anche per un solo giorno, il Suo ruolo.
Bene, farei idealmente ricorso all’uso di una bilancia, non di quelle munite di display, comode, moderne, leggere, pratiche ma prive di poesia..., bensì di quelle comunemente chiamate a piatti, ingombranti, poco maneggevoli, reperibili più facilmente nei mercatini rionali che nei negozi, quelle che odorano già di antiquariato e destano anche una certa tenerezza, sia perché ci ricordano il passato, sia perché “da sempre” si adoperano a simboleggiare la giustizia.
Sul piatto di sinistra sempre metaforicamente parlando, porrei:
Le raccomandazioni, i solleciti scritti, quelli verbali, le pacche sulle spalle, le promesse, le telefonate, le segnalazioni dall’alto, le voci querule, i mazzi… di fiori, gli auguri, i sospiri… e quant’altro fa peso per questo o quel “segnalato” di turno.
Sul piatto di destra ben poca cosa: Due palle!


Distinti saluti
Michele Ascoli


Mitt.:
Rag. Michele Ascoli


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