Dalla pietra arenaria, l'eco della memoria Cosa ci fa un artista giovane e di belle speranze in un paesino abitato da mille e cinquecento anime, affacciato sulla valle del fiume Sinni da cui tutti partono e dove nessuno ritorna? Cosa cerca Nicola Iannarelli nel paesaggio spoglio e roccioso che circonda Colobraro e che pochi sono ancora in grado di apprezzare? La risposta e' nell'arte. Dopo un lungo peregrinare, l'artista e' tornato alla ricerca delle origini con l'obiettivo di ritrovare se stesso per recuperare i sogni perduti e inseguire orizzonti nuovi e mete sempre piu' lontane. Dalla Lucania, da una terra povera di mezzi e al tempo stesso ricca di storia e magia, di tradizioni e cultura, su cui aleggia un fitto velo di mistero generato dal dilagare di miti e leggende, da una terra matrigna, a volte severa, ma sempre capace di rivelare labirinti segreti e tesori nascosti, da qui nasce l'arte solida di Nicola Iannarelli. E' un'arte fatta di materia che sorprende per la capacita' evocativa con cui il passato viene recuperato, rielaborato e cosi' riproposto in una nuova dimensione da cui prendono forma capolavori di spontaneita' e naturalezza. I suoi rilievi materici, le sue sculture a tutto tondo, le pareti a vista spiccano per l'alta capacita' compositiva e di sintesi. La ricchezza non e' nell'abbondanza, bensi' nella semplicita' e nella perfezione del dettaglio, nella precisione con cui l'artista asseconda la materia, ne segue la forma, ne accetta le irregolarita'. Le sue opere, massicce e corpose, si caratterizzano per una sorta di leggerezza fatata con cui evocano storie lontane, testimoniano il susseguirsi di epoche diverse, attestano l'evoluzione dell'uomo e il progresso della scienza, ma soprattutto svelano il mistero di un'antica civilta' contadina i cui valori si oppongono con forza al qualunquismo dei tempi
moderni. Un'arte arcaica che si contraddistingue per la pacatezza della posa, ma che stupisce per la virilita' delle forme, per la tensione psicologica delle linee e per la potenza primordiale dei volumi che esprimono una carica vitale e una concentrazione fisica e di pensiero in grado di mettere a nudo il mondo dell'artista, i suoi sogni piu' grandi, le sue paure piu' recondite. La pietra arenaria da cui scaturiscono le sue opere non rappresenta solo il materiale, il mezzo, lo strumento attraverso cui l'artista si esprime. Costituisce piuttosto l'essenza, la sostanza e al tempo stesso la fonte, la musa ispiratrice da cui sprizza la scintilla, il guizzo, l'idea. E' il singolo pezzo di pietra, facendo capolino attraverso un cumulo di macerie, a invocare lo scultore e a suggerirgli il volume e la forma su cui esercitare la propria fantasia. L'artista, ascoltando il richiamo della pietra, la sceglie, la adotta e cosi' la fa propria, la cura, la studia, se ne innamora e solo allora la lavora, accarezzandola, modellandola, limandola fino a darle la forma che la pietra stessa suggerisce. Quella di Nicola Iannarelli e' un'arte che affonda le proprie radici in una Lucania brulla e abbandonata, in una terra apparentemente avara, il cui suolo svela la propria ricchezza solo a chi lo ama e con pazienza si dedica alla ricerca di cio' che resta di un'antica civilta', macerie intrise di memoria storica, depositarie di una tradizione popolare ancora viva e fortemente sentita, testimonianza di un passato remoto, tuttora presente. Le opere di Nicola Iannarelli evocano il legame con questo mondo antico e con lo spiritus loci, legame spesso raffigurato da lacci e catene, vincoli di pietra che contengono l'energia e trattengono il movimento di braccia forti e protese verso la conquista del domani, un'arte potente atta a testimoniare forza, volonta' e ambizione. Cosi', nonostante tragga forza dal passato, quella di Nicola Iannarelli e' un'arte protesa al futuro, alla ricerca di un nuovo spazio, di un linguaggio, di un simbolismo capace di esprimere il desiderio di superamento dei limiti, dei confini geografici e non di un paese che per lungo tempo e' rimasto arroccato su se stesso. Fortunato chi puo' permettersi il lusso di avere in casa simili capolavori. Le opere di Nicola Iannarelli, infatti, non sono solo belle da vedere, sono soprattutto belle da "ascoltare", perche' rappresentano pezzi di una storia antica, ma anche perche' narrano la determinazione di chi non intende rinunciare ai propri sogni, di chi ha trovato il coraggio di restare la' dove gli altri fuggono, scrollandosi di dosso la logica stringente del mero profitto nella speranza di ridare voce, lustro e fama ad una terra sempre piu' spesso abbandonata dagli uomini e dimenticata dal mondo.
Myriam Latronico
Agosto 2008
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