I° IL NOME E LE ORIGINI
A quattro chilometri da Sant'Arcangelo, in Basilicata, sorge l'antico
convento di S. Maria di Orsoleo. Il monastero, che, fino alla metà del
secolo XIX, fu sede provinciale dei Francescani Minori detti Osservanti, è
posto al centro di una zona collinare estesa per circa duecento ettari. Nei
tempi passati, buona parte del territorio (ora brulla collina sebbene in
posizione incantevole e panoramica) era coperta di un fittissimo bosco,
oggi, purtroppo, totalmente distrutto, chiamato dagli abitanti di
Sant'Arcangelo, sempre, per antonomasia, la foresta (1).
Non si hanno notizie sicure circa l'origine del Convento. Nei più antichi
documenti (il primo è del 1192) conservati nell'archivio della Badia di Cava
(2), si parla già di Orsoleo che, perciò, si deve pensare come nome già
conosciuto nella zona. Questo fatto dimostra errate e leggendarie, come, del
resto, quasi tutte le spiegazioni eponime, le varie ipotesi nate, per la
spiegazione del nome, piuttosto tardivamente nel corso dei secoli (un orso e
un leone che sarebbero stati visti ai piedi della quercia in cima alla quale
si trovava l'immagine della Madonna; un Ursus e un Leo, due pellegrini
francesi cui sarebbe stata affidata l'antica immagine della Vergine) e fa
pensare a un'origine del nome più antica e più razionale.
La spiegazione più congrua per il nome Orsoleo (in dialetto locale Ursuleo,
in latino Ursuleus o Ursuleo) sembra quella che lo fa derivare dalla lingua
greco-bizantina (3). Secondo questa ipotesi, dunque, il vocabolo Orsoleo si
spiega con un'etimologia basata sulle parole oupos (per metatesi, oú
rso o - uros,
urso, - che significa "guardiano, difesa, protettore, difensore, custode,
baluardo, rocca ...) (4) e
lew (leò - forma
obliqua di lews
che vuol dire popolo); e la spiegazione sembra quanto mai appropriata
all'ambiente, all'epoca e all'origine stessa dell'antico santuario la cui
memoria più antica si perde nell'oscurità dei secoli, se si pensa che già
nel primo documento di Cava si parla di un'antica cappella della Madonna
esistente nella zona. E nei tempi lontani in cui, verosimilmente, dovette
nascere e svilupparsi il culto mariano in questi luoghi, tempi di povertà
estrema, di soprusi di ogni genere, di oppressione e di ingiustizie, di
pericoli e di paure, soprattutto per le invasioni dei Saraceni, che dalle
coste, risalendo il corso dei fiumi, arrivavano anche nelle contrade
dell'interno, e saccheggiavano e rubavano e rapivano e uccidevano, era un
conforto e un incoraggiamento, per le popolazioni circostanti, guardare alla
collina di Orsoleo, dove la Madonna (raffigurata, poi dall'arte popolare con
i gradi occhi aperti) vedeva i pericoli (5) e proteggeva i suoi figli.
L'origine bizantina del nome Orsoleo è avvalorata anche dalla posizione
della contrada ove il santuario è nato. La collina di Orsoleo, infatti, si
trova in una zona che tra la fine del sec. X e l'inizio del sec. XI cominciò
ad arricchirsi di molte chiese, cappelle e monasteri bizantini. Questo
territorio, anzi, era un punto di passaggio tra due zone molto note
dell'antico monachesimo "basiliano": quella detta del Latiniano (da
identificarsi, con ogni probabilità, con la regione del medio Sinni e con la
zona del Lagonegrese) (6) e quella dell'alta Val d'Agri. Qui operarono santi
famosi nell'agiografia bizantina: Cristoforo, Saba e Macario di Collesano,
che fondarono, fra l'altro, il cenobio di San Lorenzo a Episcopia; S. Luca
di Demenna, che fondò il monastero della Madre di Dio e di S. Pietro, presso
Armento; San Luca di Armento, fondatore del celeberrimo monastero dei Santi
Elia e Anastasio di Carbone; San Vitale di Castronuovo (di Sicilia) che
visse per molto tempo alle falde del monte Raparo e presso Missanello (7) e
tanti altri. Non potrebbe, dunque, l'eremita, di cui si parla nei più
antichi documenti di Orsoleo, essere uno di questi santi bizantini? Del
resto, della presenza bizantina in queste contrade fanno fede i tanti
vocaboli greci dei dialetti parlati in queste zone (vocaboli da riferirsi,
sicuramente, a questo periodo della storia, non alla grecità classica, che
era completamente scomparsa con la romanizzazione di queste terre, e che,
del resto, non c'era mai stata nell'interno della Regione, ma solo sulle
coste) e le tante testimonianze legate alla religiosità orientale, e vive
ancora nei tanti toponimi bizantini di queste terre: S. Nilo, S. Elia, S.
Teodoro, S. Nicola e tanti altri (8).
Del resto, una chiesa greca, dedicata a S. Pancrazio, doveva trovarsi
proprio nelle vicinanze di Orsoleo, forse ai piedi della collina, lì dove
ora sorge il nuovo centro di S. Brancato; e doveva essere piuttosto antica
se, ormai malandata, nel gennaio 1144, dai fratelli Andrea e Stefano, figli
di Gregorio, e da altri dieci parenti, tutti di Sant'Arcangelo, fu offerta a
Ruggiero, priore di S. Maria di Cersosimo (9).
L'origine greco-bizantina del vocabolo Orsoleo è, in qualche modo, provata,
come già si è accennato, dalla stessa antichità della parola: essa, infatti,
si trova nel più vecchio dei documenti (1192) riguardanti il Santuario,
conservati nella Badia di Cava, in cui si parla di una proprietà nella valle
detta Ursolei. Se, dunque, alla fine del sec. XII il nome in questione era
già quello con cui comunemente si indicava la zona ove sorgerà, poi, il
grande convento, si deve, ovviamente, pensare che l'origine della parola
Orsoleo sia molto più antica e che, quindi, non possa riportarsi al periodo
dei Fraticelli (sec. XII-XIV) cui si riferisce la già ricordata leggenda dei
pellegrini francesi Ursus e Leo, di cui parla anche il Gonzaga nella sua
vasta opera sull'origine e sviluppo dell'Ordine francescano (10). È lecito
dunque, pensare a un tempo molto più antico (sec. X o prima) in cui in
questa zona, insieme con il culto della Madonna, sarebbe nato l'appellativo
Orsoleo riferito a Maria come Protettrice del popolo.
lll
NOTE DEL
CAPITOLO 1
1) In una nota "a' di ventisei febraro 1761... pg. 156 recto, del -
Racordo giornale di permutazione - conservato nell'Archivio parrocchiale di
Sant'Arcangelo, si legge di un Gerardo di Vito Greco che, per un prestito di
200 ducati avuto insieme con un Nicolo Matella dal Clero della Chiesa
Matrice, paga, con il socio, "annui docati quattordeci" e, da parte sua,
"ave obbligato" oltre a "sei case ... due sottane due mensanile e due
soprane... un pezzo di territorio di tomola dodeci in circa, sito alla
Rossana di sopra, confine la foresta di Santa Maria Ursoleo...".
2) I più antichi documenti su Orsoleo (due del sex. XII e sette del sec.
XIII, conservati nell'Archivio della Badia di Cava) furono pubblicati da
P.L. Mattei - Cerasoli O.S.B. nell'"Archivio storico per la Calabria e la
Lucania" 1947, pp. 93-111.
3) Cfr. L. Branco - Ricordi bizantini in un dialetto di Basilicata -
Sant'Arcangelo - Moliterno (Pz), 1985, pp. 109 seg., ove questa ipotesi è
stata proposta per la prima volta.
4) Il vocabolo ou-pos (uros) nel significato di difensore era stato già
usato da Omero: ILIADE - VIII, 80; XI,-,840; - ODISSEA, III, 411; e da
Pindaro: Istmica VIII, 60.
5) Il vocabolo greco oú-pos (uros) è legato, nel suo valore più profondo, al
verbo oraw
(orao) che significa "vedere".
6) Cfr. B. Cappelli, - Alla ricerca di Latiniano - in Il monachesimo
basiliano ai confini calabro-lucani, Napoli, 1963, pp. 253-274.
7) S. Borsari, - II monachesimo bizantino nella Sicilia e nell'Italia
meridionale prenormanne, - Napoli, 1963. L. Branco, - Ricordi bizantini, -
cit. p. 29 sg.
8) L'argomento, trattato da molti studiosi, e le opinioni dei vari autori,
si possono trovare, in sintesi, nel libro citato - Ricordi bizantini... -
pp. 41-46
9) L. Mattei-Cerasoli O.S.B. - La badia di Cava e i monasteri greci della
Calabria superiore - S. Maria Kyr - Zosimo o Cersosimo - in ASCL, A-VIII
(1938) pp. 265-318, in particolare pp. 273 e 281, ove sono pubblicati i
documenti riguardanti la chiesa in questione. Dal nome di S. Pancrazio (lat.
Pancratius) deriverebbe per, il Mattei-Cerasoli, il nome di S. Brancato che
altri (G. Giocoli, - Notizie storiche di S. Arcangelo, - Lagonegro, 1902; A.
Giocoli, - La storia di S. Arcangelo, S. Maria C.V., s.d. [ma 1974]; G.
Guarini, - Sull'origine di S. Arcangelo di Lucania, - Roma, 1984) fanno
derivare da S. Barbato vescovo di Benevento. Dal nome di S. Pancrazio faceva
derivare la denominazione "S . Brancato" già il Pennetti; cfr. G. Pennetti,
- Stigliano - notizie storiche, Napoli, 1899, p. 121.
10) F. Gonzaga - De origine Seraphicae Religionis Franciscanae eiusque
progressibus..., Roma, 1587, p. 503; cit. da G. Pennetti, op. cit., p. 19 |