Vicoli e Strade
Via del Plebiscito
(strada S. Francesco, strada dell’Intendenza)
Lo stradario dedica la più antica strada della
città all’evento politico più importante dell’Unità d’Italia: il fatto
grandioso del solenne Plebiscito che coronava per il popolo potentino tanti
eroici sforzi.
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Via del Plebiscito |
Via Cairoli |
Vicoletto F.lli
Santanello |
Via Cairoli
(vicoletto Giuliano)
È la via a servizio della casa canonica della SS.
Trinità e della proprietà Giuliano.
Vicoletto F.lli Santanello
Prima traversa a sinistra di via Achille Rosica,
nelle immediate vicinanze di Piazza Mario Pagano, a fianco dell’attuale Bar
“Goblins”, già Bar Nuovo.
Lo stradario denomina cosi il primo tratto del
vicoletto S. Lorenzo, reso senza sbocco con la costruzione del Teatro a
destra della strada Rosica, a partire dagli angoli della casa Angiolillo,
senza sbocco. I fratelli Gerardo (sacerdote) e Raffaele (avvocato)
Santanello, cui è dedicato il vicolo, sono figli di Irene Pascale e Antonio,
da Ottaviano (Napoli), fondatore dell’omonima stamperia potentina, sorta nel
700, posta dove esisteva la sala cinematografica “Sala Roma”, gestita per
molti anni da Vincenzo Santanello (Potenza, 1812-1876), che partecipò ai
moti rivoluzionari, e, dopo l’Unità d’Italia, divenne capitano della Guardia
Nazionale e presidente della prima società operaia di Potenza. Raffaele
Santanello (Potenza 1816-1873), incarcerato per le sue idee liberali nel
1850, dopo due anni, passa con i governativi e, nel 1859, è nominato
Procuratore del Re e nel 1872 Senatore del Regno. Gerardo Santanello
(Potenza 1817 - Napoli 1865), sacerdote e canonico della Cattedrale, eredita
la tipografia paterna denominata “dell’Intendenza di Basilicata”, e, per le
sue idee liberali, si trasferisce a Foggia, dove si scontra con il Vescovo
Frascolla e poi in Napoli, dove abiura la fede cattolica, disapprovando la
politica del papato.
Via 4 Novembre
(vicoletto S. Lorenzo)
Prima traversa a destra Palazzo del Governo, da
piazza Mario Pagano a via Achille Rosica.
Il toponimo
deriva dal soprannome della famiglia Di Tolla che, nel catasto provvisorio,
è ricordata con Michelangelo.
Via Santa Lucia
III traversa a
sinistra, porta in via Mazzini.
Il toponimo deriva dall’ ìantica chiesa di Santa
Lucia, ubicata al margine del Casale di Portasalza e rappresenta il tratto
terminale e quasi rurale della “via sacra delle chiese”. Questa chiesa è
visitata dal Vescovo Carafa nel 1571.
Via Umberto I
(Vicolo e gradinata Umberto I)
III traversa a destra di corso Umberto, nel tratto
da via V. Emanuele II al bivio Mazzini - Portasalza.
Lo stradario dedica ad Umberto I (Torino 1844 -
Monza 1900), nell’emozione dell’omicidio commesso dall’anarchico G. Bresci,
il vicoletto e la gradinata di collegamento tra l’antica quintana di San
Giacomo e il corso Umberto I, già consolare per Napoli o regia strada di
Basilicata.
Il vicoletto è sorto dopo l’Unità d’Italia, a
seguito della urbanizzazione con grossi caseggiati nella scarpata a valle
della quintana San Giacomo ad opera dei costruttori Pistone, Martorano e
Pontolillo.
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Via Rosica |
Via Rosica
Terza traversa a destra di via Achille Rosica, da
piazza Mario Pagano a largo Achille Rosica, collegano via Rosica con via IV
Novembre.
Via Carlo Pisacane
Da via Pisacane a vico Umberto I.
Lo stradario dedica il reticolo di luoghi pubblici
al patriota e scrittore di nobile famiglia napoletana Carlo Pisacane (Napoli
1818 - Sanza 1857): convinto mazziniano, è l'ideatore della spedizione
antiborbonica di Sapri del giugno 1857, con la quale pensava di sollevare le
popolazioni lucane e cilentane contro il governo.
Larghetto Pisacane
È il tratto compreso tra Portasalza e via Pisacane:
l'antica cuntana di San Giacomo, che metteva in comunicazione la strada del
Popolo con la campagna di Montereale.
Vico Famiglia Stella
Settima traversa, a sinistra di via Pretoria.
il toponimo deriva dal nome dell’antica famiglia
già presente in città nel secolo XVI.
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Vico Capitolino |
Vico Capitolino
Sesta traversa a sinistra di via Pretoria. Ha
origine dalla rilevante proprietà immobiliare, in epoca passata, del
Capitolo di S. Michele.
Vico Cortese
Quinta traversa a sinistra di via Pretoria.
Paolo Cortese, avvocato, nato a Napoli nel 1827,
trasferitosi, viene eletto deputato al Parlamento nazionale nel 1862.
Ministro di Grazia e Giustizia nel 1865; muore nel 1876.
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Vico Bertani; dopo la
recente "tinteggiatura", è stranamente scomparsa la targa che ne indica
il nome |
Vico Agostino Bertani
Quarta traversa a sinistra di via Pretoria.
Agostino Bertani, medico e deputato al Parlamento
nazionale, nel 1849 organizza la spedizione dei Mille.
Vico Famiglia Caporella
Terza traversa a sinistra di via Pretoria, nel
tratto da piazza Mario Pagano a Portasalza. Unisce via Pretoria a via del
Popolo, all’altezza dell’edificio delle scuole elementari. Francesco
Caporella, nato a Potenza, frate minore conventuale, eletto Vescovo di
Crotone da Papa Giulio III il 28 settembre 1552, muore nel 1556.
Vicolo Girolamo Riviezzi
Seconda traversa a sinistra di via Pretoria, nel
tratto da Piazza Mario Pagano a via Portasalza.
Il toponimo
deriva dal nome di questa antica famiglia potentina che, nel secolo XVIII, è
nota con il soprannome di Pezzullo e Abate. Girolamo Riviezzi, filologo e
giureconsulto, nasce a Potenza nel 1719. Muore nel 1770.
Vico Luisa Sanfelice
Prima traversa a sinistra di via Pretoria, nel
tratto da Piazza Mario Pagano a via Portasalza.
Gentil donna napoletana, è coinvolta nei moti
insurrezionali del 1799.
Dopo la caduta della Repubblica Parteponea, fu
arrestata e condannata a morte dal regime borbonico.
Vico Famiglia Pontolillo
Traversa delle “Scale del Popolo” nel rione centro.
Antica famiglia potentina, il maggior esponente fu Nicola Pontolillo.
Via Nicola Magaldi
Traversa di Piazza Mario Pagano, unisce la stessa a
Via del Popolo. Capitano dell’aeronautica, decorato medaglia d’oro alla
memoria, morto il 27 novembre 1940 in una eroica azione aerea.
Vico Settembrini
Patriota e letterato, di origine lucana, Luigi
Settembrini (Napoli, 1813 - 1876), è noto per le “Ricordanze”, in cui sono
annotati i momenti della sua attività politica e culturale.
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Vico F.lli Bandiera |
Vico F.lli Bandiera
Sesta traversa a sinistra di via Prertoria, nel
tratto da piazza Matteotti a piazza Mario Pagano. Collega via Pretoria con
via del Popolo.
Il toponimo trova origine nel ricordo dei fratelli
veneziani Attilio ed Emilio Bandiera, fucilati il 25 luglio 1884 nel vallone
di Rovito a Cosenza.
Piazza Duca della Verdura
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Piazza Duca della Verdura |
Quinta traversa a sinistra di via Pretoria, nel
tratto da piazza Matteotti a piazza Mario Pagano.
Francesco Benso Duca della Verdura, appartenente a
nobile famiglia palermitana, viene a Potenza Intendente della provincia di
Basilicata il 18 luglio 1842.
È con questo Intendente che si individuano gli
schemi e gli effetti più dirompenti dell’esistente, attraverso l’istituzione
del Consiglio Edilizio Temporaneo richiesto nel 1843 e installatosi il 31
maggio 1884, per predisporre i Regolamenti per la ricostruzione e
l’ampliamento della città di Potenza. Il Regolamento di Polizia Urbana e
Rurale del 1845, stabilisce che la vendita della carne, del pesce e del
baccalà, sarà eseguita nella nuova piazza della Trinità.
Vicolo Fratelli Assisi
Quarta traversa a sinistra di via Pretoria. Collega
via Pretoria con via del Popolo.
Il nome della famiglia compare nel secolo XVIII,
allorquando Giovanni de Assisa sposa Maria Claps.
Vico Scalea
Terza traversa a sinistra di via Pretoria, nel
tratto da piazza Matteotti a piazza Mario Pagano.
Il toponimo
deriva dal nome della famiglia, di cui si ricorda Giuseppe (Potenza 1827;
Napoli 1875), al quale lo stradario dedica il vicolo di famiglia.
Vico Siani
Seconda traversa a sinistra di via Pretoria.
Lo stradario dedica ai fratelli Siani, Nicola e
Giovanni (quest’ultimo sacerdote), trucidati nella casa di famiglia, il 24
febbraio 1799, nel giorno della repressione contro gli insorti repubblicani.
Vico Branca
Strada parallela a via Pretoria sottostante al vico
Branca.
È riportato nella toponomastica attuale tra la
chiesa di S. Francesco e il palazzo del Tribunale, dedicata allo statista
dopo la sua morte.
Vico Francesco De Rosa
Prima traversa a sinistra di via Pretoria.
Lo stradario dedica al vicolo, nel quale era posta
l’abitazione della sua famiglia,
all’eroe della Guerra D’Africa, nato a Potenza, nel 1857, da Nicola ed
Elisabetta Palese, con il grado di maggiore, Comandante una brigata
d’artiglieri, muore nella battaglia di Adua il 1 marzo 1896.
Vico Fratelli Marone
(Vico S. Domenico)
Traversa di piazza Matteotti, prima del Tempietto
di S. Gerardo. Lo stradario dedica la denominazione ai fratelli Gerardo e
Francesco Antonio: il primo maggiore della Legione Lucana e il secondo
Quartier Mastro, entrambi arruolati per combattere gli austriaci nel 1821.
Vico Asselta Domenico
(Vico 14 Beccheria)
Prima traversa a sinistra in discesa di Corso XVIII
Agosto, sotto l’arco del Tempietto di S. Gerardo.
Domenico Asselta (Laurenzana 1817-1873), nasce da
famiglia gentilizia e, a soli 19 anni, diventa Sindaco del suo paese.
Partecipa ai moti del ‘48 in Calabria; arrestato sia nel 1849 che nel 1850,
viene prosciolto nel 1854. Accusato per cospirazione avendo nascosto, in
Laurenzana, alla polizia borbonica, Petrucelli della Gattina, è libero
definitivamente nel 1859.
Vico Brancati Luigi
(Vico Corte 2°; Vico 13 Cavallo)
Prima traversa a destra di via Pretoria, nel tratto
da piazza Matteotti alla Caserma dei Carabinieri.
Il vicolo è dedicato all’eroe garibaldino: nato da
famiglia popolana, nel 1860, Luigi Brancati è con la Brigata Lucana a
Napoli, donde raggiunge i garibaldini sul Volturno, dove muore in
combattimento il 30 ottobre.
Vico Basile Francesco
(Vico 12 Vinciguerra)
Seconda traversa a destra di via Pretoria, nel
tratto da piazza Matteotti alla Caserma dei Carabinieri. Il toponimo deriva
dal nome di famiglia, presente in città nel XVI secolo.
Vico Luigi Guerreggiante
(Vico 11 Scardaccione)
Terza traversa a destra di via Pretoria, nel tratto
da piazza Matteotti alla Caserma dei Carabinieri.
Lo stradario recupera la precedente denominazione
derivante dal medico-chirurgo don Gerardo, sposato a Chiara Ricciuti, e
dedica il vicolo al di lui figlio Luigi morto, a soli 22 anni, il 18 agosto
1860.
I testi del "reticolo viario" della Città, sono
stati sinteticamente ricavati dalle seguenti pubblicazioni: Amministrazione
Comunale di Potenza: "Nuova Toponomastica di Potenza 1985 - Edizioni "La
Tecnica Eliografica" - Potenza
Antonio Motta - Vincenzo Perretti: "Potenza,
Toponomastica Ottocentesca" - Edizioni Ermes, Finiguerra Arti Grafiche
Lavello (Potenza) - Dicembre 1994
L. Carlo Rutiqliano: "Cento Cuntane", Potenza e
la Basilicata tra il 1800 ed il 1930. - Basilicata e Mezzogiorno /-
D’Elia Editori -Arti Grafiche E. Di Mauro - Cava dei Tirreni 1977
Francesco Galasso: "Potenza nei ricordi e nelle
immagini" - Boccia Editore Fuorni (Salerno) - 1984
Vichi e cuntane
“Mia nonna abitava al Gomito del Cavallo e mi
raccontava sempre delle storie”: storie autentiche sono le protagoniste
dello spettacolo “La ragazza di Gomito del Cavallo ovvero Piazza 18 Agosto
1860” portato in scena dal Laboratorio teatrale “Carta Bianca” sul
palcoscenico del teatro “Francesco Stabile”.
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L'attore lucano Ulderico Pesce |
È il terzo allestimento teatrale proposto con
successo da “Carta bianca”, replicato, dopo la prima del maggio 2001,
all’interno del cartellone delle iniziative proposte dall’Amministrazione
comunale di Potenza.
Lo spettacolo, sottolinea Mariangela Petruzzelli su
“La Nuova Basilicata”, è stato diretto dall’attore lucano Ulderico Pesce ed
interpretato da più di trenta “attori alle prime armi”, (dai 12 anni di età
fino ad oltre 50, studenti universitari, casalinghe, operai, professionisti,
tutti lucani), selezionati per prendere parte al Laboratorio teatrale ideato
da Enrico Sodano, presidente del Circolo Lucano Universitario, associazione
giovanile particolarmente attiva della città di Potenza nel settore del
tempo libero, della divulgazione della cultura e nell’orientamento
universitario.
Il Laboratorio Carta bianca è nato con
l'intento di dar vita ad un contenitore aggregativo, ben strutturato
ed organizzato per accogliere tutti coloro che hanno il desiderio di
trascorrere il proprio tempo libero occupandosi di teatro, musica, dizione o
canto, spiega Enrico Sodano: “Alla fine di ogni anno l'anima del Laboratorio
si esprime con uno spettacolo teatrale: abbiamo iniziato con “Sogno di
una notte di mezza estate” di
Shakespeare nel 2000, proseguendo con testi ideati dagli stessi partecipanti
al Laboratorio ed hanno come tema fondante il recupero dei luoghi e della
memoria storica della nostra città, in particolar modo del suo centro
storico”.
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Lo “strusc”’in via
Pretoria, una delle caratteristiche della quotidianità degli abitanti
della città di Potenza |
È stata rappresentata: “... la Potenza più
democratica, che si sviluppa orizzontalmente su un colle, tagliata in due
dall’antica via Pretoria con “vichi” e “cuntane” che scendono
perpendicolarmente fino al muro di cinta, senza sbocchi, le cui porte erano
sei e non quattro... .“ La scenografia è stata essenziale: lontano, quasi in
penombra si stagliava altero un enorme quadro parietale dell’artista Antonio
Masini, la cui effigie di un cavallo bianco rampante, attorniato dal
tricolore, simbolo dell’Unità d’Italia, è stata immediata metafora
dell’essenza dello spettacolo teatrale, una storia narrante e narrata sul
cambiamento urbanistico, politico e sociale vissuto dalla città di Potenza a
cavallo del 1860. È stato uno spettacolo dal ritmo brioso, un incalzare di
citazioni storiche e dotte, ma anche di battute gioiose e divertenti nonché
di riflessioni sulla situazione di miseria della classe contadina
ottocentesca vessata dalla borghesia detentrice di potere e di ricchezza. Si
sono susseguiti sulla scena i racconti dei nostri nonni: sono stati
rievocati il terremoto del 16 dicembre 1857, quando Potenza fu rasa al
suolo, oppure quando dal 1864 al 1867 fu realizzata la strada Meridionale,
che passando per Atella trasformò il
fetido “Gomito del Cavallo” nella bella Piazza 18 Agosto; sono rivissute le
vicende e i biechi giochi politici di spartizioni di potere e di
assegnazione di cariche pubbliche delle famiglie borghesi dei Pignatari o
degli Scafarelli, che alleatesi nel 1860 con i contadini, cui promisero
“lira e terra”, appoggiarono il governo liberale piemontese cacciando da
Potenza i Borboni, senza poi rispettare le promesse fatte ai popolani che
continuarono a vivere ancor più nell’indigenza.
Profondo l’ardore con cui sono state presentate le
vicende del brigantaggio lucano e la figura di Carmine Crocco, (portato in
scena con bravura da Tonino La Bella, operaio), il più terribile dei
briganti fra quelli che hanno sconvolto e infiammato il sud durante l’Unità
d'Italia, rappresentato come difensore della povera gente per riscattarla
dalla miseria in cui i “galantuomini” la costringevano a vivere e come
identificatore di tutti i “cafoni” lucani, che operarono una rivolta sociale
contro i soldati regolari piemontesi venuti a liberare l’Italia, per alcuni,
a conquistarla e a sottometterla, per altri. “Gioco, divertimento, passione,
entusiasmo, impegno serio: tutto ciò è stato profuso dagli attori del
Laboratorio con cui ho lavorato, sia nella lettura dei libri storici, da cui
abbiamo tratto i testi teatrali, sia nell’allestimento della
rappresentazione, frutto soprattutto della loro inventiva e sagace
improvvisazione, ha affermato Ulderico Pesce, dietro le quinte al termine
dello spettacolo”. |