Pastorello lucano
Un suono di campane
rompe l’aria
quieta della sera.
Tornano le mucche
con le poppe rigonfie,
invidiata ricchezza.
Le segue
un ragazzo ruvido e crespo.
Indolente, con passo protervo
trascina le scarpe
infangate
e fa roteare
un bastone intagliato
con gesto consueto.
Appesi a una corda
porta tre rospi
e un merlo ancor vivo,
bottino delle sue ore d’ozio
quando cioè le vacche
languide, sazie d’erba,
lo allevian della cura
di pascere
e steso al sole
con la fionda
caccia or l’uno
or l’altro animale.
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