La mosca
Occhiuta come Argo,
i cui cent’occhi
furon, poi,
trasferiti dalle
fantastiche menti degli antichi
sulla variopinta coda del pavone,
la mosca, attenta,
avverte da lungi il nemico
e quand’esso è ancora
ombra innocua
fugge e si pone al riparo.
Rapida, con le sue zampette
villose e seghettate
piega il capo come avesse
una molla a scatto.
Surreale insetto mascherato
pronto per la lotta
con un esercito di cavallette.
Nei pomeriggi afosi
quando le ore stagnano
nell’assonnato silenzio
degli atri e delle stanze
domina
incontrastata e fastidiosa.
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