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MONTEMURRO

 

 

 

Posizione geografica.

Situato a mt 723. s.l.m. Il suo territorio ha una superficie di 56.54 kmq, e confina a settentrione con Corleto Perticara, a nord-ovest con Viggiano, ad ovest e sud-ovest con Grumento Nova, a sud con Spinoso, a sud-est con S.Martino d'Agri, ad est e nord-est con Armento.

Serra è la parte montuosa del paese che, esposta a settentrione, è costituita dalle alture di Tempa della difesa, Monte Agresto (1294 m.) e il lungo altopiano di Santo Iaso (1296 m.).

 

Etimologia del nome.

Per il Racioppi deriverebbe dal latino Mons-tis (monte)+ la reiterazione del basso lat. Murro (monticello o cocuzzolo), come in altri toponimi Mongibello, Pietrasasso, Montoro. Quindi la parola Montemurro significherebbe Cocuzzolo di monte oppure Monte su monte. Altri, impropriamente, lo vorrebbero derivato da Mons Morus (monte del saraceno o moro) o da una eponima Dea Murcia.

 

Dati demografici.

Il più antico (Cedolario 1277): fuochi 63 (ab. 378)

 

Cenni storici.

Fu abitato in epoca preromana da elementi italici come hanno dimostrato i rinvenimenti delle necropoli di Fosso Concetta e Vracalicchio.

Durante il dominio romano vennero costruite ville patrizie nelle località Vallarano (da Valerius) e Servigliano (da Servilius).

A seguito della distruzione di Grumentum, in contrada Piane di sopra, venne fondato un pagus dai profughi ivi rifugiatisi.

Con l’arrivo dei Normanni, fu edificato un castrum fortificato in località Castelvetere (ove sono stati rinvenuti dei resti), che conserva nel nome l’avvenimento. Successivamente, se ne ignora la data, a seguito di frane, il centro fu trasferito nell’attuale sito.

Nel 1068, il paese fu donato da Roberto di Montescaglioso ad Arnaldo, Vescovo di Tricarico.

Infeudato nel 1442 ad Antonio Sanseverino, Conte di Tricarico, venne ceduto nel 1564 ai Principi Carafa della Marra di Stigliano.

Anna Carafa nel 1633 vendette per 7.000 ducati le Terre di Montemurro ed Armento ad Alessandro Ursone che a sua volta le alienò a Berardino D’Elia.

Il Feudo passò successivamente agli Andreassi e ai Cavalcanti ed infine nel 1790 al Barone M. Arcangelo Netti, che lo tenne sino al 1806.

Prima del crollo del regime feudale, Montemurro vide durante la Rivoluzione Napoletana del 1799 quale protagonista il dott. Francesco Antonio Ceglia, Commissario organizzatore anche in molti Comuni del Materano.

Tra il 1700 e il 1800 si distinse la figura di Giuseppe Capocasale, scienzato, giurista e filosofo.

In epoca risorgimentale si segnalò per la sua attività infaticabile di cospiratore antiborbonico Giacinto Albini, nominato da Garibaldi, alla sua venuta in terra lucana, Prodittatore della Basilicata.

Montemurro venne rasa al suolo dal terribile terremoto del 1857 che fece 5.000 vittime e da allora il centro non si è più ripreso dalla profonda decadenza socio-economica.

Durante il brigantaggio a triste fama assurse la banda del pastore Antonio Cotugno (alias Culopizzuto).

In epoca recente ha dato grande lustro al paese Leonardo Sinisgalli, uno dei maggiori poeti contemporanei.

 

 

ITINERARIO NEL CENTRO ANTICO

Prima bellezza architettonica che si incontra, venendo dalla strada di fondovalle, è la Chiesa di S. Rocco (XVIII sec.) posta lungo viale Regina Elena. Conserva un affresco, raffigurante l'omonimo Santo, sulla facciata esterna. Poco più avanti, in località Scazzero è sita la Chiesa di S. Antonio Abate , del 1632 che al'interno conserva affreschi del Seicento. In via Imperatrice, l'omonimo palazzo ,, costruito nel XVIII secolo, ha di pregevole il portale in pietra e l'atrio d'ingresso. Viale Regina Elena ci immette in piazza Giacinto Albini, fulcro della vita del paese. In questa piazza si trovano: il monumento a Giacinto Albini, la Chiesa di S.

Domenico, Palazzo Robilotta, Palazzo De Fina e Palazzo Parisi , , , ,. La chiesetta è del XVI sec. I tre palazzi, del XVIII sec., presentano dei bei portali in pietra e targhe commemorative. Il palazzo Robilotta è famoso per aver fermato la frana del 1850,

che provocò gravi danni e numerosi morti nel paese. Da piazza Giacinto Albini, continuando per via  Conceria, si incontra a sinistra la Chiesa di S. Sebastiano , del XVIII secolo, con l'interno decorato da affreschi. Al difuori del paese, in località Carmine è posta la Chiesa del Carmine ,, costruita nel 1444 e ristrutturata da qualche anno. Sempre da piazza Giacinto Albini, si arriva in largo S. Antonio dove si erge la Chiesa Madre S. M. Assunta, del 1442 che custodisce all’interno un gruppo scultoreo seicentesco e, all’altare maggiore, una tela con il miracolo della Porziuncola.

Lungo via De Fina, tra i tanti portali, spicca la ca­sa che ha dato i natali al poeta Leonardo Sinisgalli ,, sulla cui facciata è stata affissa una targa commemorativa. Poco più avanti in Corso Garibaldi vi sono Palazzo Lacorazza , del XVIII sec. e Palazzo Ragona ,.

In piazza IV novembre è stato eretto un monumento ai caduti della guerra di Spagna e una nicchia ex-voto in onore della Madonna.

 

 

Leonardo Sinisgalli

Leonardo Sinisgalli nacque a Montemurro il 9 marzo 1909 da Vito, sarto, e da Carmela Lacorazza. Alla fine della prima guerra mondiale fu accolto dal collegio dei Salesiani di Caserta per continuare gli studi. Laureatosi nel 1932 in Ingegneria industriale, nel 1938 venne assunto dalla società Olivetti d'Ivrea come responsabile dell'Ufficio Tecnico di Pubblicità di Milano. Nel 1939 pubblicò " Campi Elisi ", raccolta di poesie che gli procurò subito notorietà. Nel 1943 uscì, per i tipi della Mondadori e con un saggio di Gianfranco Contini, "Vidi le Muse", volume che segnò l'ingresso di Sinisgalli tra i poeti dello "Specchio" (Cardarelli, Quasimodo, Ungaretti, Montale) Consulente della Pirelli e dell’ENI, alternò all’impegno scientifico quello letterario. In questo periodo pubblicò la famosa rivista "Civiltà delle macchine" e le raccolte di poesie "Fiori pari e fiori dispari" e "Belliboschi". Il suo talento artistico si manifestò anche in pittura, esponendo nel 1962 alla Galleria Apollinare di Milano.  Coneseguì nel 1975 il Premio Viareggio con "Mosche in bottiglia" e il Premio Basilicata con “Un disegno di Scipione ed altri racconti." Ormai la notorietà del “Poeta-ingegnere” aveva travalicato i confini nazionali, affermandosi come una delle personalità più eminenti della poesia contemporanea. Dopo altre significative prove letterarie , si spense  nella sua casa romana di Monte Parioli il 31 Gennaio 1981. Sepolto, per espresso suo desiderio, in Montemurro, , la casa della sua fanciullezza è stata trasformata in Museo civico.

 

 

Escursioni consigliate

Localita “Pietra iaccata”(12 Km.)

Seguendo per circa 12 Km una stradina comunale si giunge in località Pietra Iaccata dove, in mezzo a un fitto bosco di querce, è presente una piccola area attrezzata. Caratteristica è la sorgente che sgorga tra gli anfratti delle rocce.

 

 

 

(Ricerche storiche, monumentali ed antropologiche di Vincenzo Falasca, Presidente I.R.S.A.B.
<Istituto Ricerche Storiche Archeologiche Basilicata> sede: 85050 Grumento Nova (Potenza), via Maiorino 117/bis.
Copyright riservato.  E-mail: [email protected]

 


 

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