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IL CONVENTO DI S. MARIA DEL GESU'  (detto di S. ANTONIO)


1 - Questo convento fu fondato per i PP. Osservanti nell'anno 1482, come si legge nell'architrave della porta battitora e meglio nel Gonzaga. Fu concesso ai PP. della Riforma al tempo del P. Generale, Bonaventura da Caltagirone, secondo la Costituzione Apostolica. Questo convento è stato rinnovato e accresciuto ecclesiasticamente dai PP, Riformati e la cui circonferenza è di 182 palmi, contiene 36 celle provvedute tutte di letti, sedie, buffettini per comodo dei religiosi e cinque altre stanze, quattro per la comunità e una per la libreria provveduta a sufficienza di libri necessari. In una delle quattro suddette si conservano abiti e mantelli usati e panni di lini come materassi, cuscini, tovaglie per gli infermi a sufficienza; per loro viene destinato un fratello laico che li faccia la carità e che abbi cura delle dette robe. Questo convento è composto di due chiostri nei quali vi sono 13 stanze, cioè di refettorio e cannava, cucina, con dispensa, e altre due che servono per i balari, nelle quali si tessono i panni per vestiti e l'altra per il fuoco comune e foresteria.

2 - Tiene il giardino con selva tutta murata di capacità di due tomoli di terra dove non si seminano legumi o altro per vendere.

3 - Nel convento vi dimorano abitualmente 20 frati i quali non potendo vivere di mendicazione fanno a suo tempo provvista di grano e vino. Viene assegnata dalla università per carità della pietanza trenta ducati, che per ben venti anni addietro erano quaranta, con i quali si pagano medicine ancora che occorrono prendersi per gli infermi che sono visitati per carità dal medico del paese. Riceve ancora ducati sei dall'università per la festa del glorioso S. Antonio, protettore della Terra, e similmente un porco, un cero, tre candele e cinque grana di incenso con sei agnellini ogni anno.

4 - La Chiesa che si stima fondata da Francesco Zurlo di detta Terra, leggendosi scolpito in una lapide di color nero posta a canto della porta della Chiesa, contiene oltre l'Altare Maggiore, quattro altri Altari: uno del Crocefisso, concesso dai PP. Definitori a Francesco Lancillotti, che ogni anno dà trenta carlini per la festa e provvede di tutte le suppellettili; l'altro Altare di S. Maria delle Grazie fu concesso alla famiglia Polichiso, la quale estinta, è stato concesso alla famiglia Carulli che provvede di tutte le suppellettili necessarie e del vitto in quel giorno ai religiosi; l'altro Altare del glorioso S. Antonio è stato concesso alla università di detta Terra, che solennizza la sua festa ogni anno contribuendo al Convento ducati sei. L'altro Altare è di S. Pietro d'Alcantara concesso alla famiglia De Paulis, che da molti anni non ha somministrato cosa alcuna.

5 - La sacrestia sta provvista di tutto il necessario: di calici, sfera d'argento, parati di colore, camici, cotte, paliotti d'altare con tutto il resto che necessita al culto divino uniformemente alla santa povertà. Similmente il coro sta provvisto dei libri e breviari per l'ufficio divino.

6 - In detta sacristia non vi sono obblighi di Messe né legati perpetui né ad tempus, per cui nella tabella affissa non si vede altro che il nuovo obbligo di cantare solemniter il 15 maggio ogni anno la messa per la salute e felice conservazione del Sommo Pontefice Innocenzo XIII e in perpetuo un Anniversario solenne per la sua anima dopo la morte.

Quibus omnibus natura perpensis, sumus in voto, esse omnia textui regulae, declarationibus et constítutíonibus Nícolaí tertii, Clementis quinti et Innocentii undecimi ac nostris statutis conformis. In quorum fidem propria manu subscrípsimus.
Laurentianae die 27 novembris 1723
ita est:
fr. Bonaventura da Montalbano,
S. Theologiae Lector, ex Definitor et deputatus
fr. Ludovicus a Potentia, ex Definitor et deputatus
fr. Jo. Franciscus a Potentia,
S. Theologiae Lector, ex Definitor et deputatus
fr. Franciscus Maria a Laurentiana,
S. Theologíae Lector, ex Provincialis et deputatus

Dal Sommario di tutti i Conventi della Riformata Provincia di Basilicata. Trascrizione di un manoscritto dell'anno 1723 (Arch. Prov. Conv. S. Cuore SALERNO) contenente un sommario dello stato di tutti i Conventi della Riformata Provincia di Basilicata.
Questo Sommario è stato compilato a cura dei PP. Bernardo da Craco, Francesco da Cancellara, Teodoro da Pisticci, Commissari deputati dei M.R.P. Provinciale, P. Eufemío da Pomarico e per ordine del Rev.mo Ministro Generale, P. Lorenzo da S. Lorenzo.
Questi Commissari nominarono altri quattro deputati, che stesero e firmarono le relazioni per ogni Convento.

Questo tutto quello che sappiamo delle origini dei nostro convento, intitolato a S. Maria de Jesu e dal popolo detto convento S. Antonio, dalle fonti archivistiche conservate, dopo che la malaugurata soppressione degli Ordini religiosi, operata dal Governo del giovane regno d'Italia liberale e massonico, distrusse e disperse gli archivi, le biblioteche e tante opere d'arte.
All'inizio dei 1900 il Convento riebbe i suoi frati e il Comune di Oppido Lucano concesse il fabbricato e i terreni di pertinenza in uso perpetuo ai Frati Minori della Basilicata.
Molte sono le Opere d'Arte che in esso si custodiscono e che i Frati salvarono dalla distruzione, fecero restaurare e accrebbero.


tratto da un documento del Convento
           pubblicazione autorizzata


 

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