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Guerrieri Gaetano


           
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Nevicata a quota bassa

Nevica. Nevica forte.
La guardo dai vetri del balcone nel soggiorno. È già tutto bianco, persino sulla strada asfaltata a valle.
Mi rifugio sul divano con una matita e un foglio bianco per disegnare figure geometriche. Una serie di cerchi, che s’intersecano e s’incrociano e, nei quali, poi aggiungo ellissi strette e lunghe così che, ogni minuto che passa, il risultato e l’effetto diventino sempre più completi, complessi e astratti.

Alla paninoteca in viale Dante, vendono un panino con la carne e l’insalata che dovrebbe costare almeno cinque euro a soli tre euro. Così sembra di fare un affare.
È sicuramente uno dei migliori panini che ho mai comprato e mangiato. Anche il più conveniente.
Ieri sera ci sono stato e ne ho mangiati due. Ero così pieno e sazio che ho dovuto passeggiare per un po’, prima di rientrare a casa. Lì ho mangiato dell’altra carne e un’insalata verde. Avevo voglia di bere un bicchiere di vino, la birra che avevo bevuto mangiando i panini, non mi aveva completamente soddisfatto.
In questo periodo mangio tanto, troppo.
Accade perché non sono felice. C’è qualcosa nella mia vita che non va per il verso giusto. Forse voglio solo punirmi e mi faccio del male col cibo per scontare qualche colpa che penso d’aver commesso e che, tuttavia, non riesco a confessare neanche a me stesso.

Ho una pistola carica che funziona.
Ogni giorno, alla stessa ora, la prendo dal cassetto della scrivania e poi vado a sedermi nella poltrona grande del soggiorno.
Prima di farlo, chiudo un pochino le persiane per avere una luce soffusa e incerta nella stanza.
Una volta seduto tolgo la sicura e carico il cane dell’arma, poi punto la canna alla tempia con l’indice ben fermo sul grilletto.
Resto così per qualche tempo contando i numeri dall’uno al cento, pronto a far fuoco, una volta finita la conta.
Ma, ogni volta, suona un telefono. Quello fisso o il cellulare. Così rimetto la sicura alla pistola, abbasso il cane e la ripongo nuovamente nel cassetto da dove l’avevo presa e rispondo.

Sabato prossimo andrò a Napoli.
È da troppo tempo che ci manco. Ho voglia di pizza e di gente da niente che fa confusione e si muove come se non ci fosse nessun’altro intorno.
Un giro per la duchesca tra le bancarelle, poi a San Gregorio Armeno, a vedere i presepi.
Voglio anche andare nella chiesa di Santa Patrizia, a meditare. E mi ritroverò ancora capace di sopravvivere, almeno per un’altra settimana.

Ho perso nuovamente le chiavi dell’auto.
Le perdo troppe volte ultimamente. Le metto nel posto sbagliato ogni volta e poi non me lo ricordo.
Dovrei fare attenzione. Attenzione a cosa?
Vorrei saperlo.
Per strada c’è un sacco di gente.
Auto, luci e rumori di vita. Mi fermo al semaforo accanto a un uomo che non conosco e che sembra chiedermi qualcosa.
- Cos’è che ha detto? – domando
- Io? Non ho detto niente – risponde
- Ah, mi scusi
S’avvia all’improvviso sulle strisce col rosso. Cerco di fermarlo, invano. Viene investito in pieno da un’auto e sbalzato a terra dove rimane immobile.
Gridano, gridano tutti.
Arrivano polizia e i vigili urbani. Poi l’autoambulanza, lo carica e lo porta via.

Adoro ritrovarmi con i miei amici per fare due chiacchiere e provare a vedere e sentire la vita attraverso la nostra sensibilità ed esperienza.
I miei quattro vecchi amici di sempre.
Con le nostre cazzate, i ricordi, le ideologie e i discorsi del tutto e del niente.

- Ieri sera ho scopato – ci racconta
- Buon per te. È la prima volta?
- Succhiami l’uccello! Ho beccato una bionda e mi ha portato a casa sua. Era molto bella ed era anche molto brava. Sono rimasto con lei per almeno tre ore di fila
- Via-gra?
- Macché, non ne ho bisogno. Io sto con l’alza bandiera tutto il giorno.
- Non l’hai mai provato il via-gra eh?
- No, io no. Hai problemi d’erezione tu?
- No, no. È che se ti cali una di quelle pastigliette ti sta duro come una mazza per dodici ore…
- Dodici ore?
- Tutta una notte. E te la godi, anche se non ne hai bisogno. Ma racconta dove l’hai beccata alla bionda?
- Al bingo
- Vuoi dire in una di quelle specie di tombole che fanno per gli anziani nelle sacrestie e nelle case di riposo?
- Si. Si rimorchia…
- E io che credevo d’essere patetico io…

- Nei film, appena una coppia si sveglia la mattina incominciano subito a darci dentro. Mai uno che si alzi prima per fare la pipì o lavarsi i denti. Cosa che, e non lo dico soltanto io, è più che necessario fare appena uno si sveglia. Specie se si è in compagnia.
- Quelle sono le scene che tagliano, quelle che è inutile far vedere per non sprecare tempo.
- Però poi lo spettatore crede d’essere l’unico che la mattina ha bisogno di pisciare e di lavarsi i denti.
- Magari anche una bella doccia.

- Quando uno ce l’ha sempre duro si dice che soffre di priapismo.
- Soffre? Si lamenta anche il coglione? Dovrebbe ringraziare la Madonna e poi, perché si dice che soffre? Si dovrebbe dire che gode. Gode di priapismo.
- Questa è la chicca numero uno dell’archivio cazzate della sezione speciale del suo magazzino dei ricordi.
- Archivio dei ricordi?
- È nella testa. Ce l’abbiamo tutti.
- Si, è vero. Il mio è destinato alla demolizione, mi sto organizzando per farlo.
- Il mio è talmente pieno che quando devo metterci una cosa nuova devo prima buttarne via una vecchia.
- E come fai per le cose che non puoi o vuoi buttare?
- Le infila in un ufficio segreto…
- Nel mio c’è una sezione speciale dedicata all’amore…
- Ma se non sei mai riuscito a farlo…
- Infatti, ce l’ha in cantina, all’ultimo livello.

Si mette brutto. È in arrivo una perturbazione dal nord con nevicate anche a quote basse. Seguita da un’altra da nord est. Conviene tornare a casa e rimanerci.
Lo fanno tutti meno che io. Non ho voglia di dormire solo in una notte fredda.
Un fiocco isolato mi cade sulla faccia. Lo sento.

Mi sono perso. Sto vagando per strada da almeno due ore. Pensavo di farcela ma non ho i miei amici.
Ho un portafortuna, per fortuna. Mi aiuta a rimanere coi piedi per terra e mi tiene lontano gli incubi.
Arriva la neve vera, quella che non scherza e non lascia scampo.

Vedo della gente che scappa.
Tanta gente. Scappa perché, da e verso cosa?
Dovrei preoccuparmi da cosa stanno scappando visto che sto andando in quella direzione, verso quel qualcosa.
Forse è solo un’impressione. Forse un avvertimento.
Di certo è una giornata strana questa.
Deciso. Torno indietro, prendo la macchina e vado a passarla da solo a casa, la notte.
Domani devo anche lavorare e non posso e non voglio più fare tardi.


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