Inseguo la mia età
frantumando il tempo
che passa
fra fragili gioie
e dolori che lasciano il segno.
Sono inquieto irrequieto
scontento
se dormo non sogno
se insonne non vivo
non m'incanta la pioggia
che picchia sui vetri
non la neve
che imbianca tetti e contrade
di immacolato candore.
Inseguo antiche visioni
smarrite nel tempo
il canto dalla luna
alle stelle
al firmamento
che sono nuvole incolori
lontane
e non servono più
il canto all'amore
alla mamma
ai figli all'amante
che restano umani sospiri
ma lenti sfiniti
e non servono più
persino il buddismo potrebbe non servire
domani
e sparire per sempre.
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