Le costellazioni
E arriva l’ora
del dialogo con le stelle:
lontana l’ansia
del dire
del capire
i tuoi pensieri
i miei pensieri
guardo in alto
e riconosco Boote
che ride
mentre i Pesci
guizzano lucenti
nel buio della notte
senza luna.
E allora
tutta si popola
la distesa ampia
del cielo
di figurazioni
antiche:
appaiono così
trapunti d’oro
i Gemelli
impudici e scherzosi
e la Libra
che invita fiammeggiando
ad esser giusti
commisurando eguale.
L’Ariete
vago saltando negli spazi immensi
solleva le forti corna
risplendenti
che lo consacran
primo nella lotta e nell’amore,
mentre la Vergine
cantando
scioglie i roridi capelli
alle promesse
di un misterioso
amante.
Si riflettono
nei miei avidi occhi
le costellazioni,
ma, improvviso, un freddo arcano
m’opprime:
è il freddo delle stelle
che lontane da noi
«dante e belle»
non riscaldano
la mente
illuminando il vero,
ma sembrano ridere
dell’insensata
brama dei mortali
a chiedere al cielo
la felicità.
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