O Disoccupate - I Disoccupati
Appena dopo la guerra la ripresa del nostro paese è stata molto
difficile e lenta e molte erano le persone che non trovavano ed avevano
un lavoro. Tutto questo era accentuato nelle zone povere come era la
nostra (media valle dell’Agri) e specie per le attività agricole, dove,
per risparmiare ancora di più, i lavori, quando era possibile, erano
fatti in economia.
I miei ricordi di bambino vanno quando ai proprietari terrieri fu
assegnato un certo numero di disoccupati, che dovevano svolgere il loro
lavoro nelle aziende per un certo periodo e dovevano guadagnare un
salario per dare la possibilità alla loro famiglia di sopravvivere in
quel momento difficile.
La nostra azienda al Monte Cellese era condotta da un mezzadro ed era
fornita di tutto il personale occorrente a coltivarla e a badare agli
animali; a quel tempo oltre alle centinaia di pecore e capre vi erano
anche maiali, tacchini allevati appositamente per la vendita a tempo
opportuno, tante galline, agnelli, buoi, che servivano per i lavori, e
vacche per l’allevamento ed il latte.
I due disoccupati assegnati alla nostra azienda agricola furono accolti
in campagna dal mezzadro con una certa apprensione, dal momento che non
aveva cosa da far fare loro. Dovendo impiegarli in qualche modo chiese
loro di pulire la stalla dei cavalli e degli asini, tagliare l’erba
intorno alla masseria e aiutare il gualano a raccogliere il fieno e
farne una meta, che sarebbe poi servita durante l’inverno come mangime
per gli animali. Il mezzadro era contento di avere mano d’opera
supplementare, ma, non conoscendo le loro capacità lavorative, doveva
adibirli a fare lavori non impegnativi e leggeri.
Fortuna volle che nel giro di qualche mese l’impiego dei disoccupati
finì e la nostra masseria poté tornare al ritmo quotidiano di lavoro con
i suoi gualani, massari, pastori e porcaio.
E’stata quella della occupazione temporanea dei disoccupati appena dopo
la guerra una iniziativa necessaria, in quanto si permise a molte
famiglie di sopravvivere in attesa che riprendesse la economia del
paese, e così avvenne.
L’azienda era distante dal paese due ore di cammino, per cui i
lavoratori al mattino ed alla sera era costretti a percorrere questo
tragitto in quanto volevano passare la notte in famiglia. Si portavano
nello zaino anche il pane e il companatico che serviva per il pasto
frugale di mezzogiorno.
A distanza di tempo quando incontravo uno di questi lavoratori in paese,
a quel tempo disoccupate, ricordavo l’avvenimento e specie il triste
periodo che la nostra zona, già povera, dovette subire insieme alle
altre ristrettezze, che solo la pazienza lucana è riuscita a superare.
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