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CAMPOMAGGIORE "VECCHIO"

La Chiesa Madre

La Chiesa Madre, dedicata a Santa Maria del Carmine o del Carmelo, ubicata anch'essa come il Castello sulla Piazza dei Voti, è

Chiesa Madre
S. Maria del Carmine

riconoscibile per un elemento architettonico ancora superstite e quindi ancora ben individuabile, il Campanile. I fianchi est e sud della chiesa ed i fianchi ovest e sud del castello sono i settori più degradati di questi due grandi monumenti, avendo subito un movimento rotatorio e di scivolamento lungo la vallata del Basento, modificando l'istabilità delle costruzioni e soprattutto di quel gruppo di case gravitanti attorno alla Chiesa e a Piazza Garibaldi.

L'Edificio si presenta in un impianto basicale ed è organizzato all'interno in una navata centrale ed in una navata secondaria o di servizio che ingloba la torre campanaria che si staglia su tutto il villaggio a dispetto di ogni struttura ivi esistente. La facciata dell'edificio è purtroppo crollata in corrispondenza dell'unico ingresso, tuttavia se ne può dedurre il disegno in quanto alcune tracce tipologiche architettoniche sono evidenti. Infatti il prospetto conservato presenta un edificio scandite da parate poco aggettanti divise in due ordini da un cornicione che presso l'ingresso monumentale formava un architrave sotto il timpano che lo sovrasta. L'interno è difficilmente esplorabile poiché è totalmente ingombro di strati di crollo della copertura, tuttavia se ne può dedurre l'iconografia secondo uno schema assai semplice. Il crollo dei grossi blocchi ha conservato tutto il deposito archeologico sottostante della navata centrale, fatto che permetterà in futuro di datare il momento in cui la chiesa di S. Maria del Carmine non fu più frequentata per usi liturgici.

 

Il Palazzo Baronale, detto Castello dei Rendina, è composto da un grande

Castello dei Rendina

fabbricato con apertura centrale e da una corte retrostante seriore. Di esso è visibile soprattutto il versante nord che si affaccia sulla "Piazza Rendina", dato che probabilmente si trova sulla spianata del paese e quindi meno soggetto ai movimenti franosi. L'ingresso principale, un tempo intatto ed oggi spoglio dei conci dell'archivolto e dei piedritti, doveva possedere una luce di circa 3,70 metri ed immetteva attraverso un breve corridoio in un giardino interno sotto il quale furono scavati in trincea, nella viva roccia, due cunicoli. Esso si presenta come una imponente mole realizzata su due ordini scanditi da due marcapiano e da uno spiccato di fondazione realizzato in blocchi più o meno squadrati in pietra su letti di posa suborizzontali. La presenza lungo i lati di tutta la fabbrica, di fori per travicelli permette di concludere che l'interno dell'edificio fu costruito secondo un metodo isometrico, cioè non privilegiando nessun ambiente. I numerosi ritrovamenti di tegole e coppi, sempre in argilla rossa e la presenza di una sola trave di legno ancora in sito nei pressi della torre nord-ovest non fanno che riportare ad una suggestiva copertura a capriate, documentato del resto anche nelle foto d'epoca, che lasciava scoperto il giardino. Con queste coperture il palazzo doveva essere alto quasi sedici metri. Fatto piuttosto importante è l'inserimento dei muri delle tubazioni verticali corrispondenti alle grondaie che alimentavano la cisterna del giardino.

 

Casino della Contessa

A circa 3 Km dal paese di Campomaggiore Vecchio, si incontra il Casino della Contessa residenza estiva della famiglia Cutinella Rendina. Edificata a cavallo dei secoli XVIII e XVX la costruzione è una compatta villa di campagna, strutturalmente nitida e sobria della sua essenzialità di forme e linee, che comprende anche la fortificazione sul lato posteriore opposto al fronte, ed espresso da un imponente torre ellittica centrale con ampio finestrone a tutto sesto, su alti piedidritti. Interessante il prospetto principale, scandito a piano terra da un avancorpo con nove fornici archivoltati a tutto sesto, di cui i tre centrali sono definiti da un ulteriore oggetto che, si replica al piano superiore distinto da una serie di nove finestroni in stile neoclassico con frontoni tagliati.

 

 

 

testo tratto dal cartello esposto a Campomaggiore Vecchio
 


 

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