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UN SEMINARIO REGIONALE A POTENZA

da "la Basilicata nel Mondo" (1924 -1927)

 

 

La riforma di Papa Pio X concentrava nei Seminari Regionali i chierici studenti di filosofia e teologia, ma lasciava intatti i seminari diocesani per 1’insegnamento medio ginnasiale. Continuava, pertanto, l’attività dei nostri seminari di Potenza, Acerenza, Melfi, Muro Lucano, Tricarico, Venosa e Tursi, i quali tutti si gloriavano di antica nobile tradizione nell’arringo letterario, giacché potevano vantare di avere apprestato una soda coltura classica ai più eminenti uomini della nostra regione. Sfortunatamente, il flagello della grande guerra, sconvolgendo 1’ordine delle attività umane e mutando i valori spirituali e materiali delle cose, con la crisi delle vocazioni ecclesiastiche e 1’assottigliamento del numero del clero, con la deficienza dei mezzi materiali, fece sì che l’un dopo l’altro i seminari diocesani della Basilicata si chiudessero. I nostri giovani aspiranti al sacerdozio, pochi in ciascuna diocesi, venivano accolti nei seminari di Salerno e di Lecce. I Vescovi rammentavano con tristezza i fasti del tempo passato e sospiravano con ansia il giorno di poter circondarsi di un piccolo stuolo di seminaristi. Ma, ohimé! quanto si vedeva esser lontano questo giorno!

Dopo la celebrazione del Concilio Plenario Salernitano-Lucano dell’Aprile 1925, i Vescovi della Basilicata, in una udienza particolare loro accordata, esposero al Sommo Pontefice la triste condizione delle nostre diocesi senza seminario ed implorarono un particolare intervento della Santa Sede perché almeno uno di questi avesse potuto rifiorire a novella vita.

Il  cuore paterno del regnante Pontefice si commosse al lamento dei figliuoli. Gli parve poco confortarli e promettere un aiuto temporaneo. Raccolse i suoi pensieri, scrutò a fondo le attuali circostanze, spinse lo sguardo all’avvenire e poi espresse la sua decisione:

avrebbe donato alla Basilicata un seminario nuovo, un seminario rispondente alle moderne esigenze igieniche e didattiche.

Si ricercò la sede: fu scelta Potenza. Nè poteva essere diversamente dal momento che Potenza è il Capoluogo della Basilicata, la sede di tutti gli Uffici amministrativi, il centro delle comunicazioni ferroviarie e stradali della provincia. Si ricercò il luogo, ma non fu tanto facile il trovarlo.

Vedemmo in Potenza nel1’estate dello scorso anno, un insolito movimento di Vescovi e di un Delegato della Santa Sede, Mons. Gaetano Malchiodi. Dopo qualche tempo, il luogo fu adocchiato a mezzogiorno della città, e subito acquistato. E a metà strada sulla via che conduce alla Stazione Inferiore, sulla pendice sottostante alla Piazza 18 Agosto. Il posto è molto adatto, in piena esposizione di mezzogiorno, riparato a tramontana dalla città ed a ponente dal poggio Montereale. Un anno è trascorso dall’acquisto del terreno per elaborare il progetto della novella fabbrica e per stipulare il contratto con la ditta costruttrice.

Un anno per questa bisogna è certamente un tempo abbastanza lungo, quando si sapeva che il Santo Padre aveva ordinato, e senza indugi, la costruzione del nuovo seminario in Potenza. Ma l'amico nostro, il dotto teologo della Cattedrale di Potenza Monsignore Errichetti, che, essendo Vicario Generale Delegato dell’Amministratore Apostolico di Potenza, ha avuto parte importantissima al disbrigo delle pratiche relative, ci ha spiegato il ritardo, che fu dovuto principalmente a voci corse in Roma e fatte giungere fino all’orecchio del Papa: voci, che insinuavano come zona malarica il luogo scelto ed acquistato. Si è lavorato non poco per dissipare ogni dubbio. Ora la costruzione e un fatto compiuto poiché è cominciata, non solo, ma procede alacremente e si spera di vederla terminata, rifinita e arredata per ottobre 1927. Sono visibili e destano grande ammirazione in chi guarda, le armature della fabbrica, che viene fatta in cemento armato e sarà rivestita di mattoni. Sarà un edifizio grandioso, non solo per la vastità del locale circondato da un ampio giardino, ma anche per la sua linea architettonica, inquadrata nella conca panoramica della città, ideata dal valentissimo architetto Giuseppe Momo, di Torino.

L’ occhio dell’ osservatore sarà irresistibilmente attratto da questo nuovo edifizio, degno della grandezza del Pontificato Romano, che segna per la prima volta 1’orma munificentissima di un Papa nella diletta nostra terra. La prima pietra, avente scolpito lo stemma di Papa Pio XI e racchiudente nel suo incavo 1’astuccio di piombo con la pergamena riccamente miniata, doveva esser benedetta da Sua Eminenza il Cardinale Gaetano Bisleti, Prefetto della Sacra Congregazione dei Seminari e delle Università. La cerimonia era fissata per il 28 del passato Agosto. Il Cardinale, trovandosi a Lecce nei giorni precedenti, si ammalò e fu costretto a tornare immediatamente a Roma, sicché, perdurando 1’indisposizione, non potendo più recarsi a Potenza, delegò S. E. Mons. D. Anselmo Pecci  Arcivescovo di Acerenza e Matera e Delegato Apostolico di Potenza e Marsico per quella funzione. E questa fu compiuta il giorno 17 Ottobre p. p., con l'intervento dei Vescovi della Basilicata e di tutto il Clero potentino, di tutte le Autorità risedenti nel Capoluogo, delle rappresentanze degli Istituti religiosi, delle Associazioni cattoliche e di numeroso popolo. Le nostre fotografie illustrano in parte la cerimonia, che noi non descriviamo nei minuti particolari. Solo diciamo che riuscì solennissima e commovente, ripromettendoci di dare un’ampia illustrazione del nuovo Istituto di educazione ecclesiastica quando sarà inaugurato con 1’intervento di Sua Eminenza il Cardinale Bisleti, che ha promesso di compiere il solenne rito della consacrazione in forma ufficiale.

L’ ingegnere Tito Bianchi, direttore dei lavori assunti dall’impresa Provera, Carrassi e C.o di Roma, assicura la consegna dell’edifizio per 1’ottobre 1927. Ne siamo lieti e speriamo fiduciosi in questa promessa, perché vediamo progredire alacremente i lavori con impiego di operai specializzati e di macchinario, moderno.

Riportiamo 1’epigrafe latina della pergamena:

Primarium Seminarii Lapidem Sacrorum Lucance Provinciw Alumnis Pii PP. XI munijlcentia excitandi— ab Emo Card. Caietano Bisleti S. C. de Semin. et Univ.

Praef.o delegatus Anselmus Pecci O. S. B. Archiepus

Acheruntin. et Materam Admr Apcus Potentin. et Marsicen. adstantibus Alberto Costa Ep.o Venusin.

Melphien. et Rapollen. Josepho Scarlata Ep.o Muran. Raphaele Delle Nocche Ep.o Tricaricen. Ludovico

Cattaneo Ep.o Anglonen et Tursien. posuit a. d. XVI

Kal. Nov. A. MCMXX VI.

Il Card. Bisleti inviò il seguente telegramma: “Presente in ispirito solenne funzione, prego Signore dare pieno compimento benedizioni che Santo Padre invoca sopra erigendo Seminario Regionale, sopra Diocesi di codesta illustre Basilicata, sopra tutti presenti sacro rito.

Fu risposto in questi termini: “ Eminentissimo Cardinale Bisleti — Roma — Convenuti posa prima pietra Seminario Regionale voluto munifica provvidenza Santo Padre, umiliano trono augusto Sommo Pontefice sentimenti imperitura gratitudine nostra, clero, autorità civili, popolo, vivamente ringraziando Vostra Eminenza autorevole interessamento benedizione, voti con paterna degnazione inviatici, auspicio diocesi nostro avvenire luminoso fecondo cristiano rinnovamento — Arcivescovo Vescovi Basilicata.

In un discorso ispirato alla nobiltà dello scopo, che dovrà raggiungere il nuovo Seminario, cioè 1’educazione di un clero basilicatese, emulo per dottrina e santità dei nostri grandi antecessori, con sentimento vivo di caldo affetto espresso con parola smagliante, il dottissimo ed erudito Mons. Costa pose in rilievo la munificenza del Sommo Pontefice ed il significato della cerimonia. A tutte le famiglie cristiane della nostra Basilicata giunga anche da questa Rivista 1’esortazione apostolica del Vescovo oratore: che i genitori, cioè, studino nei figliuoli la vocazione allo stato ecclesiastico e, anziché soffocarla mossi, da un vile sentimento di speculazione materiale, la custodiscano e la coltivino. Poiché la Religione è l'espressione dei maggiori valori della vita, le famiglie debbono essere orgogliose di poter consacrare all’onore di Dio e al bene della società qualcuno dei propri membri, che. con la dottrina e 1’eroismo delle virtù illustri il casato più che col fasto delle ricchezze. E in ciò consiste la vera nobiltà.

Il Sommo Pontefice e gli eccellentissimi vescovi ci apprestano i mezzi; a noi il sapercene valere.

 

 

da "la Basilicata nel Mondo" (1924 -1927)

 

 

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