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LA CHIMERA DI ANGLONA

Su un colle presso Tursi, tra i fiumi Agri e Sinni, sorge una chiesa romanica: S. Maria di Anglona.
La chiesa si erge sull'antico sito della città di Pandosia, la celebrata reggia dei Choni, in una zona popolata dal primo millennio a.C. per la natura fertile del terreno e la posizione strategica.
Da Pandosia nacque la città di Anglona visitata da Papa Urbano II nel 1092; a questa data viene attribuita la costruzione della chiesa nuova.
Il casale è documentato nel 1221 quando ricevette una donazione dall'imperatore Federico II.
La chiesa, luogo di culto dedicato alla Natività della Beata Vergine Maria, è meta di pellegrinaggi dal XIV secolo, quando, a seguito di un evento bellico, il borgo fu distrutto e abbandonato.
S. Maria di Anglona è uno splendido tesoro di arte bizantina e normanna.
Di ispirazione bizantina sono gli affreschi conservati all'interno del santuario. All'ambito normanno appartiene il portale decorato con protomi animali e da pannelli che riproducono l'agnello di dio e i simboli degli evangelisti.
Sul rivestimento parietale esterno del coro e della sacrestia sono presenti una serie di mattonelle di terracotta stampigliate con figure di animali, esseri fantastici, mostri e allegorie.
Un bestiario medievale posto a monito del pellegrino e del fedele, che ignorante del leggere e dello scrivere, veniva avvisato con le immagini del confine tra lo spazio profano e l'ingresso nella sfera del sacro.
Le formelle sigillate, ispirate all'oriente cristiano, sono riconducibili a due tipologie stilistiche.
Quelle del primo tipo sono quadrate, di dimensione più grande e raffigurano la chimera, la sirena e S. Giorgio in lotta con il drago.
Le altre sono quadrate o rettangolari, fortemente stilizzate, incorniciate da decori e calligrafie pseudo-cufiche e riproducono una serie di animali naturalistici come il gallo, il cervo, il pesce, il leopardo ed altri fantastici come la sfinge.
Tutte queste formelle sono state studiate e illustrate (1), tranne quella che raffigura la chimera, una immagine piuttosto rara nei repertori medievali, inedita per la sua difficoltà interpretativa.



LA CHIMERA

La mattonella quadrata che misura 34 centimetri circa di lato, rappresenta una figura fantastica, inscritta in un medaglione rotondo incorniciato nei quattro angoli da motivi vegetali ed animali (un crostaceo sembra apparire nell'angolo inferiore sinistro).
L'essere ibrido risulta composto dal corpo e dagli artigli di un rapace rampante, che mostra sul dorso un intreccio di code anguiformi.
Da questa figura ferina emerge un busto umano nudo.
Questo ha il braccio destro rivolto verso il cielo, avvolto da una ramificazione della coda serpentiforme che si trasforma in racemo floreale.
Il braccio sinistro è rivolto verso la terra e sembra tenere o trattenere in basso un virgulto o un'appendice che nasce dal corpo animalesco.
Sotto la spalla sinistra scorre un tralcio fiorito, la cui radice non è leggibile, ma che sembra partire dallo stesso torace.
L'intera figura e la testa sono di profilo, mentre il tronco e le braccia si presentano frontalmente.



IL LIBRO DI ENOCH

Per sapere della natura e dell'origine dell'essere riprodotto nella formella leggiamo la tradizione Veterotestamentaria riportata dal Genesi (VI,1-4) e da Il libro di Enoch (2).
"Ora, allorché i figli degli uomini si furono moltiplicati, nacquero loro in quei giorni delle figlie belle e graziose, e gli angeli, figli del cielo, le videro e le desiderarono e dissero tra di loro: "Andiamo, scegliamoci delle donne, tra i figli degli uomini, e generiamo dei figli".... Costoro e tutti gli altri che erano con loro si presero delle donne, e cominciarono a volgersi verso di esse e ad aver con esse commercio carnale (3).
Gli angeli Vigilanti unendosi con le figlie degli uomini, avevano causato la corruzione della propria natura spirituale.
"...voi che foste sin dall'inizio spirituali,... per questo non vi ho dato donne, perché la dimora degli spirituali del cielo sta nel cielo. Ed ecco che i giganti che sono nati dagli spiriti e dalla carne, saran chiamati, sulla terra, spiriti maligni (4).
Gli angeli avevano rivelato alle donne i misteri appresi in cielo: gli incantesimi, le magie, le astrologie e con queste l'arte delle armi e della guerra, la seduzione, il lusso, il male in generale. Avevano stravolto e corrotto tutta la terra.
E Azazel insegnò agli uomini a fabbricare le spade...mostrò loro i metalli e l'arte di lavorarli ... l'arte di tingersi il contorno degli occhi.... L'empietà fu generale e grande,essi fornicarono, errarono e tutte le vie furono corrotte (5).
Dalla unione degli angeli disobbedienti e delle figlie degli uomini vengono concepiti i giganti, esseri mostruosi di varie sembianze nati dagli spiriti e dalla carne.
Ne Il libro di Enoch è lo stesso patriarca che viene pregato dai veglianti di intercedere per essi presso Dio.
In sogno vede la punizione che Dio ha riservato ai colpevoli.
Poi Uriele mi disse: È qui che resteranno gli angeli che si sono uniti alle donne. I loro spiriti assumendo varie sembianze han contaminato gli uomini e li indurranno in errore perché sacrifichino ai demoni come a degli dei, sino al giorno del gran giudizio, giorno in cui saran giudicati per essere dannati. Quanto alle loro donne, che hanno sedotto gli angeli esse diventeranno delle Sirene (6).
Le mattonelle adiacenti quella della chimera raffigurano una sirena e S. Giorgio in lotta con il drago.
Nel mondo antico la nascita e l'esistenza di una creatura deforme, mostruosa, ibrida, veniva considerata come la punizione per una unione incestuosa, il castigo divino per un abuso sessuale, contro natura.
Così nella mitologia greca dove l'unione contro natura tra Pasifae, moglie di Minosse, ed il toro bianco di Poseidone dà origine al Minotauro (7).
S. Agostino, commentando la tradizione del Genesi secondo la quale angeli caduti si erano accoppiati con le donne dando alla luce la razza dei giganti, riferisce di Silvanos et Panes quos vulgoincubos advocat (8).
Probabilmente all'anonimo artefice della mattonella di Anglona non doveva essere sconosciuta questa tradizione della caduta degli angeli vigilanti e dei loro figli, gli spiriti maligni che assumono varie forme.
"E ancora i satiri e gli incubi sono, si dice, uomini silvestri, la loro parte superiore é molto simile al corpo umano, l'inferiore è descritta con forme di fiera o fauno (9).
Questa descrizione tratta dal Liber Monstrorum evoca la chimera raffigurata sulla mattonella di Anglona, un'essere animale nella parte inferiore del corpo, umano in quella superiore (10).
I vizi e le virtù vengono simboleggiati nel medioevo con immagini di animali o attributi e parti di essi.
Nell'Ortus Deliciarum, manoscritto dell'XI secolo di Herrada di Hohenbourg, nell'immagine del carro dell'avarizia i vizi sono resi con teste di animali (11).
Un'allegoria dei sette peccati capitali come essere composto da attributi animali nella parte inferiore e umani in quella superiore, è raffigurata in una pergamena del XIV secolo conservata a Vienna presso la Nationalbibliothek (12).
Nella chimera di Anglona la parte inferiore del corpo è animale: gli artigli di rapace riconducono al peccato dell'ira, il nodo convulso di code di serpente alla lussuria.
La parte superiore è umana: le braccia posizionate verso l'alto e il basso, sembrano alludere alla inesorabilità della legge di Dio che è in alto, alla quale l'uomo che è in basso non può sottrarsi.
L'uomo, migliore tra tutte le creature, può da Dio essere declassato a essere ibrido, simile agli esseri animali e vegetali presenti nella cornice della mattonella.
Nella formella non viene però negata la possibilità di salvezza, come testimonia la coda serpentina che si trasforma in virgulto fiorito: l'uomo se permette al proprio cuore di sbocciare può emergere dalla crosta animale e liberarsi del peccato.



Note

1 Santa Maria di Anglona - Atti del Convegno Internazionale di Studio Università degli Studi della Basilicata a cura di C. D. Fonseca e V. Pace, Lecce 1996; pp. 21, 39, 40, 49, 50, 119, 120; fig. 29, 30, 31, 32, 33, 34, 323.
2 "Il libro di Enoch" è una raccolta apocrifa di cinque libri anteriori al 200 a.C., inserita nella bibbia etiope e attribuita ad Enoch. Questi è il settimo dei patriarchi prediluviani a partire da Adamo, prima di Noè che è l'ottavo. "Egli disparve perchè Dio l'aveva preso" (Genesi V, 24); secondo la tradizione Enoch viene rapito in cielo e iniziato dagli angeli ai misteri del cosmo.
3 Il libro di Enoch, Cap.VI-VII p. 24 tratto da La Bibbia Apocrifa, Milano 1962.
4 Ibidem, Cap. XV, 6-8 p. 29-30.
5 Ibidem, Cap.VIII,1, p. 25.
6 Ibidem, Cap. XIX-1-2, p. 32.
7 Ovidio, Le Metamorfosi, VIII 8-9.
8 S. Agostino, De Civitate Dei, XV, 23.
9 Liber Monstrorum, XLVI De Satyris et Incubonibus, p. 201, Bari 1976.
10 Pavimentazione incrostata: Saint Omer, Notre Dame ca. 1260; disegni tratti da Jurgis Baltrusaitis Risvegli e prodigi - Le metamorfosi del gotico, Milano 1999 p. 154.
11 Riproduzione da Herrad of Hohenbourg Ortus Deliciarum, London, The Warburg Institute, Leiden 1979, fig. 278.
12 Disegno tratto da Jurgis Baltrusaitis, Risvegli e prodigi - Le metamorfosi del gotico, Milano 1999, p. 358.

 

    Testo di Carlo Alberto Perretti
 tratto da  "BASILICATA REGIONE Notizie,
2001


 

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