Roberto Zito
Senza fissa dimora |
il viso per metà nascosto dietro il bavero del giaccone,
cammino a tarda sera tra i vicoli
deserti. ed una voce galleggia nell’aria
fino a giungermi soffocata e roca.
(parola d’ordine vecchia come il mondo) che si rincorre ancor oggi da un uscio all’altro
in un cupo seppur moderno
tambureggiare.
fatto di clown maldestri e sgraziati che nulla ricordano del passo di una milonga.
le mie orme sulla neve
ma così disegnate
vagabondare di un pazzo.
è scritta nei nostri cuori.
e dietro di me s’incolonnano i
perdenti della storia:
loro stesse illuse
e quanti
dalla parte sbagliata del fosso sono
venuti a trovarsi. costretta a fuggire dalle sue stesse barbarie.
emette un suono strano e sospinge anche me
verso un baratro.
l’essere uomo dallo sciacallo e
l’avvoltoio.
(in cerca della mia cena)
/questa
sera/
e segue attento le mie mosse. ritiro il viso dietro il bavero
e per un attimo dimentico |
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