Roberto Zito
Scendono dai pendii stelle filanti |
I
Scendono dai pendii
stelle filati. tra gli alberi della pineta/ su di me le lascio scivolare e giammai vorrei diventasse
mattino questo nero
silenzio. l’ilare tempo dei giochi! sono svaniti nell’argilla i bimbi nascosti nei calanchi/ e non è più la stessa l’antica rupe che allunga la sua ombra come un tetro presagio sui sentieri.
risaliva la china inghiottendo le spighe di grano/
che le stagioni non durano a
lungo.
dovuto capire l’inganno
Non disturbate il mio sonno.
con il solo
di libri e fogli ingialliti.
del vostro grido disperato? o lasciato allo scempio dei vermi.
In fondo non mi restate che voi.
non per virtù
ricacciare in gola le mie
urla
intrecciare la corda quella dei vostri volti
che si confondono ai miei
tratti. tenete duro.
volteggiando se ne vanno
come i trapezisti del circo una lama aguzza e ricurva la sua falce
e nello scuro azzurro il suo sorriso. |
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