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Albano di Luc.


 

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NOTA

Questa monografia di Albano di Lucania risponde ad una necessità avvertita da più parti di far conoscere il volta della nostra Lucania con la descrizione di ogni città e paese della regione.

Nella mia presentazione dei « Quaderni Lucani » scritta nel 1953, mi auguravo che di ciascun paese lucano fosse pubblicata una storia con intendimento d’amore: un lavoro su Albano di Lucania arricchito di suggestive fotografie fin’ora ci mancava! ed è veramente ammirevole che vi abbia provveduto un Brigadiere dei CC. non lucano, ma appassionato, con la penna che gli si è fatta dotta man mano che le immagini gli aprivano il cuore.

In ciò, senza dubbio, il testo segna una riuscita, prevalendo in esso le cose viste ed i personaggi del paese.

Come per le altre monografie già uscite (ricordo quelle sorte sotto gli auspici della Società di Cultura per la Lucania ed intitolate appunto:

Montemurro, Marsiconuovo, Lavello, Melfi, Chiaromonte, Bella, Molitemo, Sarconi, Viggiano), diremo che questa del Pipino ci esorta a guardarci intorno, a farci conoscere dal vivo ed a farci amare la realtà meridionale.

Quanto dice il Malpica nel suo antico volume « la Basilicata » è reso attuale dall’Autore per la rievocazione della storia di Albano, per il ricordo di luoghi, di costumanze e per la viva e calda simpatia ed ammirazione per la nostra terra.

Ad Albano, ospite di casa Molinari, il Malpica si fermò ad ammirare « il paese posto in cima ad un altissimo monte, la sua ridente posizione, la bellissimo vista dalla Via del Monte, la Chiesa Madre, che conserva un magnifico dipinto della Scuola Raffaellesca, rappresentante la Storia della edificazione di Santa Maria Maggiore su 1’Esquilino ».

Il paese invero presenta notevoli attrattive folkloristiche, che le fotografie riprodotte illustrano ampiamente, e rivela le tracce di una antica civiltà. L’aria, il clima, le montagne dolomitiche lucane come le chiamò Francesco Torraca, sono tali da incoraggiare ad andare a vedere posti sconosciuti e su cui un falso cliché aveva permesso, specialmente ai settentrionali e forse a noi meridionali, di far dare un giudizio non troppo edificante. Se sono bene condotte le pagine di itinerario, non mancano i richiami alle virtù paesane che sono in genere quelle di tutti i lucani, e risultano anche approfondite le cause di taluni fenomeni moderni: l’esodo dalle campagne, la corsa verso le grandi città, ecc. Si pensa ad Orazio, come ci fa comprendere Pipino, ovvero al « frui paratis », al « vivere parvo bene », al « desiderare quod satis est ».

« Albano nel Risorgimento » è un capitolo interessantissimo.

La parte III « Albano di Lucania ed il suo folklore » è la più attraente. Attirano le manifestazioni ed il comportamento dei cittadini, le riflessioni, dedicate agli usi ed alle abitudini con particolare riguarda ai matrimoni, ai lutti, alle gioia ed a tutta la vita del paese.

Il sentimento albanese è reso palese attraverso esaurienti ragguagli su le feste religiose, i canti popolari e gli stornelli.

Conclude l’operetta una lettera aperta al turista, invitato a soffermarsi ad Albano per l’aria balsamica, le bellezze panoramiche e le soddisfazioni intime che può dare un breve periodo di villeggiatura distensiva e salutare.

 

G.  R. ZITAROSA
 

 

nota

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