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RIFOGGIO

Rifoggio attualmente è una contrada dell’agro di Albano di Lucania, a circa tre chilometri ad ovest della distrutta Civita, confinante con le contrade Scarrone, Piano del Cammino ed il vallone di Tricarico. Pure in questa località si notano numerosi ammassamenti di pietre miste a mattoni ed embrici rotti; si notano anche tratti di muro a secco, vasche di ogni forma e dimensione ricavate nelle rocce, stradette ciottolate e resti di piccole abitazioni. Infine, vi sono i ruderi di una vecchia chiesa rupestre che. in base alla struttura muraria della parte anteriore, si ritiene sia stata costruita intorno al IV-V secolo d.C. Probabilmente era intitolata all’Annunziata (ancora oggi è detta: "la grotta dell’Annunziata") e, si dice, che sopra a questa vi fosse stato costruito un piccolo convento di frati,

Tutte queste tracce ci indicano chiaramente che in quella località vi fu per un certo tempo una più grande comunità abitata, ma poi dispersasi verso il 13°-14° secolo. Da dove potrebbero essere venuti quegli abitanti?

Grotta dell'Annunziata

Credo sia facile intuirlo, cioè essi furono coloro che, sfuggiti alla distruzione della Civita, nel secolo I a.C., si sparsero nei boschi circostanti ed infine si riunirono in questa località, che chiamarono Rifoggio (da Rifugio), forse per le caratteristiche della zona, che permetteva loro di nascondersi ed essere così al sicuro dagli assalti dei briganti e dei nemici.

Si presume che, in seguito, vissero alquanto più tranquillamente e perciò crebbero di numero e migliorarono le loro condizioni economiche.

Il loro centro abitato o casale, come si chiamava allora, si identifica in quello di Tnifogii, Tnifogium, Tnifogia o Trifogio riportato nel catalogo dei Baroni (I). Si trova così che Rifogio, a metà del 12° secolo, era un feudo di 4 militi, ed assieme a quelli di Spinazzola, Forenza, Montemilone, Campomaggiore, Tito, Laurenzana e Marsicovetere dipendeva dalla Contea di Gravina, facente parte della Comestabulia di Terra di Bari (2).

Con l’avvento dei d’Angiò, Rifogio venne assegnato al barone Roberto Infante, milite e familiare del re, il quale lo cedette alla Curia di Tricarico, in cambio di altro feudo in Puglia. Dopo di che detta Curia lo assegnò ad Alderino de Soves (3).

Nel cedutario della tassazione focativa del 1277 si trova che Rifogio contava 140 fuochi, pari ad un massimo di 840 persone ed un minimo di 560, le quali complessivamente pagavano tasse per once d’oro 35, tari 4 e 4 grana (4). Inoltre, gli abitanti di Rifogio furono tenuti alla manutenzione del castello di Brindisi di Montagna assieme agli uomini di quelle terre ed a quelli di Pietrapentosa, Accettura, Castelmezzano, Castel Bellotto, Campomaggione, Tnivigno, Laurosielli, Rodie, Gallipoli, Garaguso ed Oliveto Lucano (5).

Si trova, infine, che la popolazione di Rifogio partecipò alla colletta straordinaria imposta dai d’Angiò nel settembre del 1280, per i lavori di ampliamento del castello di Melfi; la quota degli abitanti di Rifogio fu di 8 once, 4 tari e 4 grana. La colletta di che trattasi, come si è visto in precedenza, fruttò once d’oro 405, tari 6 e 10 grana e vi contribuirono soltanto 78 centri abitati del Giustizierato di Basilicata (6).

Dopo di che la storia non accenna più a questo centro abitato, evidentemente dovette essere vittima e meta predestinata di quella lunga serie di incursioni di banditi e di malviventi e di abusi di ogni sorta simili a quelli, come si è visto, accaduti per i casali di Gallipoli-Cognato, Rodie e per molti altri centri della regione. Pertanto gli abitanti di Rifugio furono costretti ad abbandonare il loro casale ed a stabilirsi nei centri vicini, ove erano più al sicuro per la presenza dell’autorità del barone,

E’ probabile che la maggior parte di essi si rifugiassero anche nella vicina Albano di Lucania, dove andarono ad abitare nella zona occidentale del paese, in cui, tutt’oggi, esiste la via Rifogio e vichi omonimi adiacenti, appunto perché vi andarono ad abitare quelli del casale omonimo abbandonato ed, infine, quasi del tutto scomparso.

 


 

(1) RACIOPPI G.: Storia dei popoli, ecc,, vol. II, pag. 158: Il Catalogo o Registro dei Baroni fu compilato tra il 1154 ed il 1168 e poi completato ai tempi Svevi.

(2)   FORTUNATO G.: Op. cm., vol. III, pag. 93.

(3)   FORTUNATO G.: Op. cit., vol. III, pag. 138.

(4)   FORTUNATO G.: Op. cit., voi. III, pag. 155.

(5)   FORTUNATO G.: Op. cit., vol. III, pag. 147.

(6)   FORTUNATO G.: Op. cii., vol. III, pag. 149.

 

 

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