Dove la terra finisce
"i lucani in Cile"
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Le organizzazioni associative degli italiani
Gli immigrati italiani, in Cile come in altri paesi di emigrazione,
avvertirono presto la necessità di raggrupparsi in nuclei aventi
finalità sociali, alfine di mantenere la propria identità culturale,
pur nelle varietà regionali. Affinità più marcate si possono
rilevare tra gli italiani presenti nella regione del Nord cileno e
gli italiani nel confinante Perù: in Cile come in Perù l’italiano è
innanzitutto un imprenditore, cioè fondatore di imprese agricole e
industriali oppure di banche, e soprattutto un commerciante. In Cile
come in Perù la presenza degli italiani è abbastanza ridotta nel
settore minerario45,
mentre si esprime essenzialmente nel settore terziario46.
Altra affinità col Perù, che vale la pena sottolineare, è la rete di
istituzioni italiane, dalle Società di Beneficenza alle Compagnie di
Pompieri.
Istituzioni italiane con sede propria si trovano lungo tutto il
territorio cileno, da Arica a Punta Arenas, vale a dire dall’estremo
nord all’estremo sud lungo una fascia che si estende per circa 4.500
chilometri.
Già nel 1910 il Congresso degli Italiani in Cile, tenutosi a
Santiago, si pose il problema di un ente federativo: sorse l’“Istituto
coloniale italiano del Cile”, che operò in connessione con la
già presente Società Dante
Alighieri.
A Santiago sono centri attivi: la
Casa degli Italiani; la
Società di Motuo Soccorso (dal 1 880); la
Scuola Italiana (dal 1 890); il
Club Italiano (dal 1891), la
Società Umanitaria (dal 1906), la
Undecima Conipañia
Pompa Italia (dal 1914). Di rilevante prestigio
l’Instituto Chileno
Italiano de Coltura: l’Istituto avviò la propria attività il 30
aprile del 1946 con la preziosa collaborazione di Gabriela Mistral
(poetessa e Premio Nobel) e con la presidenza onoraria dell’ex
presidente della Repubblica di origine italiana Arturo Alessandri
Palma. Altri Istituti sono la Camera di Commercio e lo Stadio Italiano. Nella capitale sono attive anche le Associazioni regionali di47: Abruzzo (1987), Basilicata (1977), Calabria (1995), Campania (1995), Emilia Romagna (1986), Friuli (1989), Lazio (1990), Liguria (1986), Lombardia (1993), Puglia (1992), Sardegna (1994), Sicilia (1987), Toscana (1984), Trentino (1973), Veneto (1987), coordinate daI 1989 entro il CARI (Comitato Associazioni Regionali Italiane).
45 Anche se alcune miniere hanno nomi del tipo
Vesuvio
o italia (in Perù), e San
Donato, Santa Lucia e
So/fermo
(nel cileno Tarapacá). 46 Cfr. R. Paris, L’Italia fuori d’Italia, Storia d’Italia, voI. 4*, Einaudi 1979, pp. 603 ss.; AA.VV., Tarapacá: una aventura en el tiempo, lquique 1994, p. 18. 47 Tra parentesi l’anno di fondazione. |
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