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SCHEGGE DI MEMORIA

ANTONIO MOLFESE
 

“O Casciune” - I Cassoni

In dialetto i recipienti dove conservare i cereali erano chiamati casciune, erano generalmente costruiti in legno, di forma parallelepipeda o circolare ed erano sistemati negli ambienti sottani ipogei, dove i cereali potevano conservarsi all’asciutto e ad una temperatura ragionevole, dal momento che le alte temperature danneggiavano il prodotto; nel nostro caso il magazzino della masseria di Monte Cellese, dove si insilava il grano, era sotto casa e ricordo che il cassone era talmente grande che fu costruito all’interno di questo ambiente per cui per poterlo tirare fuori si sarebbe dovuto o smurare il magazzino o fare a pezzi il cassone. Era importante la buona conservazione del grano in quanto serviva da seme per gli anni successivi; il grano è facilmente attaccato da parassiti che poi danneggiano il prodotto, ma nello stesso tempo possono produrre anche alterazioni all’individuo che maneggia il cereale. Dai cassoni il grano veniva tirato fuori quando si doveva vendere, quando si doveva molire per fare farina e quindi il pane o quando si doveva seminare; ognuna di questa operazioni era accompagnata da altre manualità che servivano per rendere il prodotto usabile. Accanto al grano venivano conservati nei cassoni altri cereali quali biada, orzo e legumi (ceci, lenticchie e cicerchia), nonché le fave. Specie per le fave era un problema, dal momento che queste non potevano essere conservate a lungo, altrimenti andavano incontro ad alterazioni, in quanto i parassiti (tonchio) potevano riprodursi nella massa di fave, e anche perché queste producevano allergie al corpo umano quando la temperatura si elevava.
Le persone che le maneggiavano andavano incontro ad arrossamento delle braccia e del corpo, a prurito e alcune volte, nei soggetti predisposti che le mangiavano, addirittura a una patologia chiamata favismo. Tutti questi cassoni venivano puliti per mettere il nuovo prodotto alla metà di agosto e da questo evento veniva fuori un piatto fatto a base di cereali e legumi provenienti dal raccolto di tutti questi residui, la cucina maritata. E’un piatto che viene ad essere preparato il 15 agosto e consiste nel cucinare separatamente tutti i legumi e i cereali e poi metterli tutti insieme e mangiarli a mezzogiorno, ma è una tradizione che ormai sta scomparendo in quanto molti di questi cereali e legumi non vengono più prodotti nella zona. I cereali presenti nella cucina maritata erano: grano cappelli, avena, orzo, carosella, rossia, i legumi erano: fave, cicerchia, ceci e lenticchie.

 

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