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POLICORO - mare natura archeologia
Nicola Buccolo

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LA CITTA'

 

Una “piccola stati uniti”

Policoro, nella piana di Metaponto, è uno dei più giovani comuni della Basilicata. Ha ottenuto l’autonomia soltanto nel 1959 (decreto del Presidente della Repubblica n. 124 del 26 febbraio 1959), distaccandosi da Montalbano ionico, da cui dipendeva come frazione. Due mesi dopo, il 26 aprile 1959, ha avuto inizio la sua vita autonoma.

La sua superficie territoriale, interamente pianeggiante, è costituita nella sua quasi totalità dal feudo del barone Berlingieri espropriato dall’Ente Riforma Fondiaria, i cui effetti negli anni ‘50 furono senza dubbio sconvolgenti. Si può dire un vero e proprio uragano, che mutò profondamente il territorio e l’ambiente stesso. Il risveglio di energie umane, la costruzione di infrastrutture, strade, canali di bonifiche, scuole, acquedotti, nonché la massiccia migrazione da ogni parte della Regione e dell’Italia verso la pianura bonificata (per la sua popolazione eterogenea, Policoro è stata denominata “piccola stati uniti”), produssero una notevole crescita demografica, che vide passare il numero degli abitanti da 861 nel 1951 all’inizio della riforma, a 4.118 nel 1959 all’atto dell’autonomia.

Policoro è il primo comune d’Italia sorto in una zona di riforma agraria. In pochi decenni ha compiuto passi da gigante.

Ora conta oltre 15.000 abitanti.

 

E tutti vennero nella terra promessa

Un paese in crescita, dunque, caratterizzato da una popolazione giovane e da uno sviluppo demografico eccezionale, al quale ha concorso per i primi vent’anni anche una notevole immigrazione, attratta da possibilità di lavoro e da migliori condizioni di vita.

Policoro presenta, infatti, sotto il profilo delle attività economiche, una configurazione del tutto privilegiata rispetto agli altri comuni della Regione, dotato, come l’intero Metapontino, di risorse naturali e, di conseguenza, di prospettive di sviluppo, che, con il passare del tempo, si vanno realizzando.

Ma quali sono, in concreto, queste risorse: la più importante è l’agricoltura, risorsa primaria dell’economia di Policoro. Siamo in presenza di un’agricoltura altamente specializzata, in continua evoluzione, grazie all’irrigazione, alle condizioni climatiche ed ambientali ed alla tecnica di avanguardia usata nelle coltivazioni.

 

La California del Sud

I prodotti ortofrutticoli di Policoro e del Metapontino sono conosciuti non solo in Italia, ma anche all’estero. Per la precocità di molte specie, tra cui la fragola, l’intera zona è anche conosciuta come la California del Sud. Negli anni più recenti, poi, si è sviluppata la coltivazione di frutti esotici, come il kiwi. Di rilievo anche l’impianto di acquacoltura, con allevamenti ittici, che si inserisce nel territorio utilizzando i terreni marginali e golenali, adiacenti ai fiumi in magra.

Con le industrie di trasformazione per il collocamento del prodotto agricolo e per la surgelazione dell’ortofrutta, sono sorte iniziative anche per la produzione di materiale plastico, per la confezione di contenitori e di imballaggi, che sono di complemento e di servizio all’agricoltura.

 

Un mare da bandiera blu

L’altra fonte di ricchezza è costituita dalla risorsa turismo. Policoro dispone di una spiaggia dalla sabbia finissima e da un tratto di mare dove la parola inquinamento è ancora sconosciuta. A più riprese si è fregiato della bandiera blu d’Europa, che significa mare in salute, litorale pulito e fornito di servizi, salvaguardia dell’ambiente.

Gli insediamenti sono stati studiati ed ubicati salvaguardando il litorale, la natura, l’ambiente, il mare. Sulla costa di Policoro si può ancora scoprire un bosco in riva al mare, che rappresenta l’ultimo lembo dell’antica foresta planiziaria che ricopriva gran parte dell’arco ionico lucano. E’ un’area considerata di eccezionale valore naturalistico per gli aspetti floro-faunistici.

Assieme al turismo balneare, Policoro offre anche quello culturale con richiami e reperti storico-archeologici delle antiche civiltà della Magna Grecia, di Siris ed Heraclea da cui Policoro trae le sue origini.

 

La città cresce in modo ordinato

La programmazione comunale, attraverso gli strumenti urbanistici, ha assecondato io sviluppo delle risorse territoriali, per una crescita ordinata della città.

La struttura urbanistica presenta tipologie insediative per fasce parallele alla costa: una fascia di sviluppo turistico, una fascia agricola, una fascia per le attività produttive, una fascia prevalentemente residenziale, a monte della litoranea jonica sull’altopiano e la restante parte del territorio comunale a destinazione agricola.

La direttrice dello sviluppo urbano è nella direzione opposta al Parco Archeologico e alla zona dei Castello, in modo da assicurare la tutela e la valorizzazione del patrimonio archeologico e storico.

Per la parte extra-urbana, caratterizzata da un diffuso insediamento sparso, si è garantito il soddisfacimento di ogni fabbisogno di servizi, in modo da ottenere condizioni di vita equivalenti a quelle dei residenti nel centro urbano.

 

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